23 gennaio 2012

GIORNALISTI?




Martedì 18 ottobre scorso gli abitanti di Venzone e in particolare quelli di borgo Rozza sono stati deliziati da una delle tante esercitazioni a fuoco nel poligono dei Rivoli bianchi. Verso le 17.00 dello stesso giorno un incendio di cespugli e boscaglia si è sviluppato all’interno della zona interessata dalle esercitazioni: fin troppo facile per tutti immaginarne la causa. 
Il giorno dopo, mercoledì 19 ottobre, il Messaggero Veneto è uscito con un pezzo sull’argomento, titolato “Gemona, fuoco sulla montagna sopra il poligono” (infatti l’area dell’incendio si trovava per poche centinaia di metri oltre il confine comunale, verso Gemona). Il giornalista che ha scritto l’articolo, dopo avere fatto una sommaria cronaca dell’evento -citando l’arrivo sul posto di una quindicina di volontari della protezione civile e di un elicottero-, si avviava alla conclusione così: “Non è ancora dato a sapere cosa ha dato origine alle fiamme, non vi erano state però esercitazioni da parte dei militari”.
Vogliamo pensare che non ci sia stata malafede e che il giornalista sia stato solo stato un po’ distratto, tuttavia sarebbe bastato chiedere a Venzone per scoprire che le esercitazioni c’erano state, eccome. Oppure bastava consultare (anche on-line) l’albo pretorio del nostro comune e leggere il Provvedimento di sgombero n. 69/11 del Comando Militare Esercito “Friuli Venezia Giulia”, emesso il 21 giugno 2011 che imponeva lo sgombero nel giorno 18 ottobre (oltreche in altre giornate), dalle ore 8.00 alle ore 18.00 del Poligono di Rivoli Bianchi di Venzone perché l’area sarebbe stata interessata da “esercitazioni militari a fuoco (lancio con bomba a mano, tiri con armi portatili individuali e di reparto con munizionamento ridotto – con mortai medi ...)”.
Uno dei primi doveri di un buon giornalista è la verifica delle fonti, che in questo caso è evidentemente del tutto mancata. Non solo, la redazione de Il Sfuei, dopo aver atteso qualche giorno chiedendosi se il Messaggero Veneto avrebbe rettificato l’articolo, ha telefonato al giornale udinese per chiedere conto di tale macroscopico errore e per sollecitare la pubblicazione di una precisazione. Naturalmente dal Messaggero Veneto non sono mai giunte né rettifiche, né precisazioni.
Spiace che debba essere la redazione de Il Sfuei a dover ristabilire la verità, quando è dovere di ogni giornalista informarsi correttamente sui fatti e verificare le fonti. Naturalmente questo, per quanto serio, non è che un piccolo episodio -tra l’altro appunto facilmente verificabile- di cronaca locale, tuttavia lascia pensare a ben altri travisamenti che i media possono costruire su temi più generali e controversi. La verità è un bene di cui i giornalisti devono essere custodi e alla cui difesa tutti i cittadini devono sentirsi impegnati.

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