19 ottobre 2018

Mozione di sfiducia

Ieri sera 18 ottobre 2018 è stata votata in una partecipata seduta straordinaria del Consiglio comunale la mozione di sfiducia al Sindaco proposta dalla maggioranza.
Dopo la relazione del Sindaco, dell'ex vicesindaco Valent e della minoranza, con la votazione nominale tutti i consiglieri hanno espresso voto favorevole. Con 12 voti favorevoli, Fabio Di Bernardo decade dalla carica di Sindaco e si apre la strada al commissariamento del comune.

Al termine della seduta il capogruppo della minoranza Fadi ha voluto ringraziare gli altri consiglieri di minoranza, definendoli "compagni di avventura", sottolineando come in questi quattro anni abbiano lavorato insieme per portare avanti un serio, approfondito e spesso difficoltoso lavoro di controllo.

Come si legge nel documento che sotto vi riportiamo in versione integrale e che ripercorre gli ultimi quattro anni di amministrazione, la motivazione del gruppo di minoranza del voto di sfiducia "va all'operato di questa maggioranza nel suo complesso, tanto nei quattro anni di accordo totale, granitico, acritico, quanto negli ultimi cinque mesi di accuse reciproche, scomposte, gelosie, ripicche, incentrate esclusivamente su personalismi da entrambe le parti".




Testo integrale della motivazione alla mozione di sfiducia. 
Si può scaricare il documento word anche qui, con allegato1 e allegato2 (testo della sfiducia della maggioranza)



Il nostro voto di sfiducia, formalmente nei confronti dell’operato del Sindaco, non è altro che l’espressione coerente della nostra valutazione totalmente negativa dell’attività di questa maggioranza, nell’arco di questi quattro anni e mezzo.
Nell’attività amministrativa, indipendentemente dal fatto che il ruolo ricoperto sia di maggioranza o di minoranza, a nostro avviso l’unico elemento guida per prendere decisioni, effettuare scelte ed esercitare il voto, è l’analisi condotta sui fatti. Ecco dunque sinteticamente, per punti, i fatti che determinano il nostro giudizio negativo:

A. IMPOSTAZIONE DEL LAVORO/ PIANO ORGANIZZATIVO
La maggioranza consiliare, a partire dall’immediato dopo elezioni, non ha operato come squadra, ma al contrario ha assecondato il protagonismo del sindaco e la concentrazione dei poteri nelle mani di pochissimi consiglieri/assessori o dei loro familiari:

- revoca della delega alla cultura alla consigliera Marina Moretti e conseguente assunzione della delega da parte del sindaco (estate 2014);
- destituzione immotivata ed improvvisa della Presidente del Pio Istituto Elemosiniere, avvocato Daniela Tonussi (estate 2014);
- nomina a presidente del Pio Istituto Elemosiniere della ragioniera Alda Zamolo, moglie dell’assessore Franco D’Angelo;
- nomina a consigliere del Pio Istituto Elemosiniere del signor Sergio Di Bernardo, padre del sindaco;
- annullamento di tutte le commissioni consiliari in cui era prevista la presenza di un membro di minoranza (salvo quelle imposte dalle norme, come la commissione elettorale).

B. PROCEDURE
Il sindaco, sostenuto da tutta la sua maggioranza, che per oltre quattro anni ha sempre approvato all’unanimità tutte le sue decisioni, nulla ha fatto per favorire la partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa; ha ostacolato misure volte a realizzare la trasparenza; ha violato sistematicamente le procedure, tutto ciò attraverso:

- convocazione dei consigli comunali in orario lavorativo, addirittura nel primo mattino (è stato necessario un richiamo del competente ufficio regionale, da noi interpellato, per ottenere che i consigli comunali si tenessero in orario tardo-pomeridiano o serale);
- respingimento del rappresentante scelto dalla minoranza all’interno del Consiglio di Amministrazione del Pio Istituto Elemosiniere: dopo i ripetuti respingimenti della sua candidatura, attraverso illegittima votazione da parte di tutta la maggioranza consiliare, la dott.ssa Tatiana Azzola, rappresentante della minoranza, è stata nominata d’ufficio dall’assessore regionale Panontin;
- ripetuti tentativi di impedire e/o ostacolare la minoranza nell'accesso agli atti e alla documentazione amministrativa;
- mancata trasmissione di comunicazioni ai consiglieri di minoranza (es.: comunicazione dell’assessore Panontin, di altri uffici regionali, della corte dei conti relativamente a rilievi sul bilancio…);
- risposte mancanti, tardive o elusive alle interrogazioni, tanto da costringere la minoranza a segnalare più volte il fatto alla prefettura.

Inoltre il sindaco e tutta la maggioranza si sono opposti al fatto che le sedute dei consigli comunali venissero registrate e successivamente pubblicate, a favore della trasparenza e della partecipazione, come avviene presso moltissimi comuni, anche contermini. La registrazione, consentita dalla legge, è stata tuttavia sempre effettuata dal gruppo di minoranza, in modo leale e dichiarato.

C. CONDIVISIONE DELLE SCELTE
Il sindaco e tutta la maggioranza, a dispetto dei proclami elettorali, non hanno mai coinvolto la cittadinanza nelle scelte che la riguardano. Esempi eclatanti di tale condotta sono stati:

- in occasione dell’arrivo di un gruppo di migranti destinati dal prefetto ad essere ospitati nel comune di Venzone, il sindaco ha indetto un consiglio straordinario, dove la sua maggioranza ha votato in blocco contro l’accoglienza, circostanza nella quale i cittadini non hanno potuto esprimere il loro parere. Per circa un mese dopo l’arrivo dei migranti il sindaco ha diffuso notizie allarmanti circa la loro presenza e i possibili disordini. (Ricordiamo ancora con disgusto l'indecente e sgrammaticata lettera inviata dal sindaco all’allora presidente del Consiglio dei Ministri e all’allora Ministro dell’Interno). Successivamente c’è stata una apparente inversione di tendenza, con la sottoscrizione di un protocollo di accoglienza, cui non ha fatto mai seguito alcuna iniziativa di coinvolgimento della cittadinanza. I migranti sono stati e restano tuttora abitanti fantasma del nostro comune, in cui hanno trovato residenza ma non accoglienza. Nessun coinvolgimento nelle attività delle associazioni e, in generale, nella vita sociale del comune per un tentativo di integrazione (scambio culturale, sport, cucina, tradizioni, lavoro, ecc.), a differenza di quanto accaduto in altri comuni, anche vicini;

- la chiusura al traffico del centro storico, annunciata tramite stampa senza che vi fosse stato alcuno studio preliminare né incontro pubblico; il ritiro di tale proposito a seguito delle proteste; la cosiddetta “sperimentazione” delle isole pedonali, cui non ha fatto seguito alcuna valutazione. Stessa modalità era stata precedentemente messa in atto anche per le modifiche alla viabilità ed alla sosta nella frazione Portis.

- contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, i rapporti con le associazioni locali sono stati gravemente inquinati dal “gradimento” personale del sindaco: il complesso bandistico venzonese è stato minacciato di rimanere privo di sovvenzioni fintanto che il suo presidente avesse ricoperto la carica di consigliere di minoranza. Il sindaco ha inoltrato una richiesta di verifica sulla compatibilità a ricoprire l’incarico di consigliere comunale per chi sia presidente di associazione che riceve contributi, non solo per Lorenzo Cracogna, ma anche per Paola Fontanini, pur sapendo benissimo che agli Amici di Venzone ogni contributo dall’amministrazione comunale viene sistematicamente negato.
Per limitarci ad alcuni esempi circa la disparità di trattamento riservato alle associazioni: nel 2016 agli Amici di Venzone non è stata concessa né la sede né il patrocinio per la mostra dedicata ai fratelli Pascolo; nel 2018 la mostra internazionale di Illustrazioni per l’infanzia “Le immagini della fantasia” è stata sino all’ultimo tiranneggiata per la concessione del contributo e dello spazio per i laboratori, e solo un interessamento della minoranza sotto forma di interrogazione ha sbloccato la situazione; nessun rappresentante del comune ha mai presenziato ufficialmente alla Rassegna Organistica intitolata a Gigj Moret; il calendario delle iniziative non ha mai debitamente rispettato le attività tradizionali, anche attraverso sovrapposizioni di più eventi in contemporanea nel comune.

D. FRAZIONI
Semplicemente... IL NULLA.
Le frazioni sono state gravemente trascurate: l’azione di questa amministrazione nei confronti delle frazioni è stata sporadica, unicamente legata a ricorrenze o emergenze, e talvolta nemmeno a queste, come dimostra, emblematicamente, il caso dell’acqua di Portis, ove solo una nostra interrogazione  ha costretto il sindaco, che non si era neppure premurato di informare i cittadini della frazione dei problemi emersi, ad attivarsi, dopo mesi di segnalazioni, presso il Cafc per ottenere chiarimenti, per altro mai comunicati alla cittadinanza.

E. CENTRO STORICO
L’attivismo dedicato dal sindaco e dall’amministrazione al centro storico è stato volto ad acquisire visibilità a dispetto della qualità degli interventi realizzati:
- la variante del piano regolatore, approvata con nostro voto contrario, presenta gravi incoerenze, tra le quali spicca la conferma di vincoli di alcuni spazi per parcheggi entro il centro storico, oltre a quelli già esistenti, motivati dalla volontà di diminuire il traffico;
- l’aumentato flusso turistico, legato alla pista ciclabile e al successo mediatico dell’iniziativa “Borgo dei borghi” avrebbe richiesto da parte dell’amministrazione comunale una ben maggiore attenzione all’arredo e al decoro urbano. Il sindaco, e prima di lui l’assessore con delega al turismo, non ha mai istituito una commissione che si occupasse della ricezione delle centinaia di ciclisti e turisti che quotidianamente visitano il centro storico, e che promuovesse un coordinamento degli esercenti.

- la ripresa dei lavori di ricostruzione (casa Castellani, camminamento sud-ovest, mura nord-est) è stata improntata a scelte non condivise, affrontate con superficialità, nel totale dispregio dei principi che hanno ispirato la ricostruzione del centro storico. Emblematica a tale proposito la situazione della ricostruzione delle mura a nord-est dove, a dispetto di quanto avvenuto e di quanto affermato a mezzo stampa, il progetto prevedeva il raccordo in perfetta coincidenza dei due tratti di muro, come evidente dalle nostre osservazioni sul progetto, che alleghiamo (ALLEGATO 1). Gli errori commessi, la cui responsabilità viene rimbalzata da sindaco a vice sindaco e viceversa, resteranno a testimonianza di una incompetente e presuntuosa gestione della cosa pubblica, che graverà ulteriormente, per trovare una qualunque soluzione, sull’erario. In altri casi è stata privilegiata la visibilità mediatica delle opere rispetto alla effettiva necessità e priorità delle stesse (es.: l'illuminazione del barbacane a sud e nessun intervento per completare la pavimentazione del centro storico o la sistemazione della porta nord).

F. PIANO ALIENAZIONE IMMOBILI
Il piano di alienazione degli immobili presenta delle sostanziali incongruenze, che abbiamo segnalato sia in sede di approvazione, sia successivamente, e che possono essere così sinteticamente riassunte:
- basse stime di vendita, non differenziate tra immobili di pregio, con affaccio sulle vie principali, ed altri, tali da poter configurare oltre ad una disparità di trattamento, un danno erariale il cui rischio abbiamo ritenuto opportuno segnalare alla procura della corte dei conti;
- diritto di prelazione non per chi abita effettivamente gli immobili, ma anche per chi è mero titolare di contratto di locazione, pur essendo domiciliato altrove (fatto espressamente vietato dalle clausole dei contratti di locazione, che dovrebbero in questi casi essere revocati). In questa situazione di palese illegittimità e abuso si trova addirittura il sindaco il quale ha candidamente ammesso di mantenere un appartamento in centro storico per ricoverarvi attrezzature ginniche (sic) e per ospitare temporaneamente amici e parenti (circostanza che conferma la violazione delle clausole contrattuali).
Ora ci chiediamo, perché tutte le volte che abbiamo sollevato la questione nelle sedute dei consigli comunali nessuno della maggioranza hai mai proferito parola?
Abbiamo chiesto alla polizia locale la verifica della regolarità delle locazioni e, all'esito di tale verifica abbiamo chiesto al Comune, tramite una diffida, la revoca dei contratti di locazione, ma la maggioranza non ha battuto ciglio.
Perché di fronte ad un tale scandalo e ad un clamoroso conflitto di interessi del sindaco nessuno della maggioranza ha votato a favore della nostra mozione, con la quale chiedevamo che il diritto di prelazione fosse riservato solo ai conduttori che occupavano effettivamente e stabilmente l'alloggio e non anche a chi aveva solo una residenza fittizia nell'immobile comunale?
Il risultato di tale atteggiamento connivente è che il sindaco, grazie a questo contratto, non solo potrà comprare un appartamento di proprietà del comune che non occupa da diversi anni (abitando stabilmente a Portis), con diritto di prelazione e ad un prezzo “agevolato” di circa 67.000 euro (per una casa di quasi 110 mq).
Ricordiamo bene quando, durante il consiglio comunale in cui si votava la variazione di bilancio che prevedeva una entrata di circa 400 mila euro derivanti da alienazioni di immobili del comune, alla nostra richiesta sui tempi previsti per le vendite degli immobili ci venne risposto che i tempi sarebbero stati ancora molto lunghi (doveva essere individuato un professionista per le stime, dovevano essere redatte le attestazioni energetiche, ecc.).
Non solo il sindaco in quell'occasione aveva mentito scientemente sui tempi previsti, ma anche l'ex vice sindaco Mauro Valent, in modo reticente, nulla aveva obiettato, né aveva corretto il sindaco nonostante già da molti mesi avesse firmato la determina di affidamento dell’incarico al professionista e sapesse che la consegna delle perizie di stima era imminente.
E' chiaro che vi era stato un tentativo di procedere in fretta e senza rendere noto né alla minoranza, né alla cittadinanza che le cessioni erano in dirittura d'arrivo. E ciò sia perché vi era un interesse specifico del sindaco, ma anche perché vi era pure un interesse dell'ex assessore D'Angelo , relativo all'immobile locato alla moglie.

G. SITUAZIONE ODIERNA
I punti precedenti hanno visto una maggioranza sempre compatta. Improvvisamente oggi questo sindaco malato di protagonismo, arrogante, ambizioso e capriccioso, ma del tutto privo degli strumenti e delle capacità necessarie per gestire un comune con delle potenzialità enormi viene accusato da quella stessa maggioranza che lo ha sempre sostenuto.
Tale maggioranza, che ora propone la mozione di sfiducia al Sindaco dove era negli ultimi quattro anni, durante i quali ad ogni seduta del Consiglio comunale, ad ogni nostra mozione e interrogazione  ha sempre sistematicamente e compattamente sostenuto il Sindaco, senza mai un voto contrario, mai una critica, mai una divergenza di vedute, mai un dubbio?
Oggi la maggioranza, attraverso un documento diffuso dal consigliere Donato Valent e redatto in prima persona dal capogruppo Mauro Valent (ALLEGATO 2),  pubblicamente contesta al Sindaco che:

“- negli ultimi 5 consigli è stato assente ben 4 volte
-non ha un orario di ricevimento ed anche prenotando gli appuntamenti presso l’ufficio segreteria li disattende sistematicamente,
-non si confronta con gli assessori e cosa ben più grave li tiene all’oscuro dalle informazioni in suo possesso,
-da cinque consigli non risponde alle interrogazioni poste dalla minoranza,
-non si confronta mai con la maggioranza ne in giunta e neppure quando vengono convocati i pre-consigli,
-in occasione dell’ultimo consiglio avrebbe dovuto essere in prima persona a sostenere la scelta fatta.
-le dimissioni date dopo la batosta elettorale in completa autonomia senza confronto alcuno con il gruppo,
-la casa che continua a tenere occupata a Venzone, pur abitando nella Frazione di Portis, potrebbe essere messa a disposizione di giovani coppie che cercano un posto per costituire una nuova famiglia, linfa vitale per Venzone.”

Come mai solo ora queste dichiarazioni? Cosa è successo? Una folgorazione sulla via di Damasco o il tentativo di scaricare le responsabilità per acquisire credibilità con l’avvicinarsi delle nuove elezioni?


H. PIO ISTITUTO ELEMOSINIERE
Tra le questioni più importanti, che riguardano da vicino l’intera comunità, non possiamo ignorare le vicissitudini del PIE, il cui Consiglio di Amministrazione è diretta emanazione del Sindaco, che ne nomina il Presidente, e della sua maggioranza, che ne elegge tre consiglieri su quattro. Per limitarci anche in questo caso ai problemi più evidenti e recenti, non possiamo ignorare il silenzio del sindaco e di questa maggioranza di fronte alla decisione della Presidente del PIE, di modificare nottetempo e contrariamente agli accordi presi con i consiglieri del PIE stesso (in primis la nostra consigliera, che ha sollevato il problema), il Regolamento, allo scopo di escludere la precedenza di ingresso nella struttura ai Venzonesi. Perché alle nostre mozioni e osservazioni né il sindaco né i consiglieri di maggioranza hanno mai risposto? Nessuno della maggioranza ha mai manifestato interesse e preoccupazione per la grave situazione del PIE e per la sua cattiva gestione da parte della Presidente (per la quale i consiglieri del PIE avevano addirittura ventilato una possibile mozione di sfiducia).
Né il sindaco né i consiglieri della maggioranza hanno mai dato ascolto agli ospiti ed ai loro parenti, i quali si erano ripetutamente rivolti a loro per segnalare problemi e carenze. Mai sono intervenuti quando i collaboratori più apprezzati dagli ospiti e dai parenti sono stati licenziati e/o allontanati pagando il prezzo di tale situazione.


I. INTIMIDAZIONI
Oggi il sindaco annuncia di aver ricevuto una lettera contenente un bossolo. Abbiamo pubblicamente condannato tale gesto meschino ed incivile.
Dobbiamo tuttavia sottolineare il clima di ostracismo, pressioni e finanche intimidazioni nei confronti di tutti coloro che, sia come singoli sia come associazioni, in questi quattro anni e mezzo non si sono allineati, che non hanno supinamente condiviso ed appoggiato la linea e le scelte del sindaco e di questa maggioranza o che si sono permessi di avanzare delle legittime critiche.
Sul Messaggero Veneto del 20 settembre 2018 l’ex vice-sindaco Mauro Valent, ha dichiarato testualmente che il sindaco “ha voluto far pagare la batosta elettorale alle elezioni regionali con 109 voti a Venzone, oltre che ai suoi più stretti collaboratori, anche a tutti i venzonesi”: ebbene, queste parole esprimono a chiare lettere l’indegnità a ricoprire un pubblico incarico dell’uno e degli altri. “Farla pagare” è un’espressione tipica del sindaco, che tanti cittadini hanno sentito, ma che soprattutto tanti hanno subìto in questi anni, senza che la sua maggioranza che ora ne è toccata dicesse mai una parola o si opponesse.
Noi della minoranza, che abbiamo sempre svolto seriamente il nostro ruolo di controllo e vigilanza e che abbiamo sempre denunciato quelle che reputavamo gravi irregolarità, sperpero di denaro pubblico, scelte sbagliate e dannose per la collettività, siamo stati costantemente denigrati e accusati di disfattismo (sic) e falsamente indicati alla cittadinanza come la causa delle inefficienze e incapacità del sindaco e della maggioranza (“È colpa della minoranza” è stato il leitmotiv di tale campagna denigratoria).
In questi quattro anni la minoranza ha sporto ben quattro denunce per vandalismo ai propri beni, verificatesi temporalmente in occasioni riconducibili alla legittima azione di controllo esercitata sull’operato della maggioranza. I consiglieri di minoranza sono stati più volte aggrediti verbalmente da cittadini a causa di informazioni distorte diffuse circa la loro attività di vigilanza. Di tutto ciò il sindaco e la maggioranza erano perfettamente a conoscenza ma non ci risulta che siano intervenuti lungi da noi pretendere una espressione di condanna o di solidarietà almeno per rasserenare il clima e riportare lo scontro su un piano di civile e normale dialettica politica.

L. VERI PROBLEMI DI VENZONE
- Grave crisi demografica di Venzone, con indice di spopolamento crescente, pari a circa l’8% nell’ultimo quinquennio.
- Mancanza di servizi, per cui nulla o troppo poco è stato fatto. A puro titolo di esempio: miserevole stato delle stazioni ferroviarie, prive di servizi igienici, adeguata segnaletica, sala d’aspetto (nel caso di Venzone); inefficienza della rete internet (Montenars ha la banda larga, ma non Venzone).
- Totale assenza di politiche giovanili; per gli anziani la vicenda PIE è tragicamente emblematica.
- Totale trascuratezza dei problemi delle frazioni: al di fuori delle luci della ribalta e della narrazione mediatica ad uso elettorale, Venzone e le sue frazioni sono abbandonate.
A questa amministrazione che si avvia ingloriosamente ad una fine giustamente prematura è mancata completamente una visione a lungo termine per lo sviluppo di Venzone. Venzone è stata utilizzata da un sindaco ambizioso, con la complicità della maggioranza, solo come trampolino di lancio per una  carriera politica a più alto livello, svilendo la cittadina e la sua storia in effimere e superficiali spettacolarizzazioni prive di contenuti e di prospettiva per gli anni a venire.

M. CONCLUSIONI:
La triste realtà è che i gravi problemi da noi evidenziati sono stati ignorati (e in certi casi aggravati) durante gli oltre quattro anni dell'amministrazione Di Bernardo.
Nello scambio non troppo velato di accuse di infantilismo, rigorosamente a mezzo stampa (unico mezzo di comunicazione tra una amministrazione a distanza siderale dai suoi amministrati), tra il neo-assessore alla cultura Torrenti e la maggioranza (“infantile” sarebbe per Torrenti non portare a termine il lavoro iniziato; “infantile” per la maggioranza è stato il gesto del sindaco di “far pagare” la batosta elettorale), il problema in realtà è quello di una grave, profonda inadeguatezza che ha danneggiato Venzone e i Venzonesi.

Il nostro voto di sfiducia va all’operato di questa maggioranza nel suo complesso, tanto nei quattro anni di accordo totale, granitico, acritico, quanto negli ultimi cinque mesi di accuse reciproche scomposte, gelosie, ripicche, incentrate esclusivamente su personalismi da entrambe le parti. Paradossale ed emblematico che questa maggioranza di fatto abbia dichiarato solo pochi giorni fa a mezzo stampa di essere disposta a ritirare la mozione di sfiducia a patto di vedersi riassegnare le deleghe. Paradossale dopo che sindaco e maggioranza hanno in queste ultime settimane provocato imbarazzo ed esposto al ridicolo Venzone e i suoi cittadini.
Oggi il problema di Venzone non è un assessore esterno o un commissario: quello che manca è la cura del quotidiano, l’ordinaria amministrazione, l’attenzione per il cittadino, un progetto, una visione complessiva per il vivere quotidiano, per l’attività culturale, per la ricezione turistica, per la crescita civile di una comunità.
A fronte di tutto ciò riteniamo benvenuto l’arrivo di un commissario il cui mandato non potrà che essere quello di lavorare nell’interesse di Venzone, e sul quale l’ingiustificato allarmismo per il possibile blocco delle attività è la dimostrazione dell'approccio personalistico ed egocentrico del sindaco.

Nell’auspicato accoglimento della mozione di sfiducia, noi depositiamo questa motivazione di voto favorevole alla mozione stessa e ci auguriamo che tutti i protagonisti di queste tristi vicende abbiano la decenza di farsi definitivamente da parte.



18 luglio 2018

Ricostruzione della cinta muraria

Da diversi mesi sono in corso i lavori di ristrutturazione della cinta muraria nel settore a nord-est del paese, di fronte alle scuole. Abbiamo constatato che il nuovo muro del fossato non combacia con il tratto rettilineo preesistente, creando un assurdo "salto", uno sfasamento.
Unendoci allo stupore dei cittadini che ci hanno chiesto le ragioni di questa incredibile soluzione, abbiamo presentato al Sindaco e alla giunta comunale un'interrogazione in merito.
Il Sindaco deve rispondere entro 30 giorni o al prossimo consiglio comunale utile.



Il testo integrale dell'interrogazione è disponibile qui.




21 maggio 2018

MATRIMONIO ALL'INGLESE (con clausola di non obbedienza)


La vicenda delle dimissioni del sindaco Di Bernardo, revocate allo scadere del termine, non costituisce altro che un episodio tale da rendere visibile anche all’esterno quanto è del tutto evidente a chi conosce e vive l’amministrazione Di Bernardo. Un’amministrazione le cui scelte sono state condivise e sostenute sino all’ultimo da tutta la sua maggioranza, che come un sol uomo ha approvato ogni delibera, per ben quattro anni. Dal 2014 ad oggi in consiglio comunale dalla maggioranza non si è espresso alcun voto contrario.  Oggi vice-sindaco e maggioranza prendono le distanze, concederanno “ la fiducia di volta in volta”, tuttavia gli aspetti dell’operato di Di Bernardo, ora ineludibilmente emersi, non sono nuovi e possono essere così sintetizzati:

1. Il completo sovvertimento dei termini: l’incarico è funzionale alla persona e non viceversa.

Le tre occorrenze in cui le dimissioni sono state annunciate (nei primi due casi senza giungere ad effettiva formalizzazione) lo dimostrano: criticato per aver nominato al Pie la moglie di un assessore ed il proprio padre, minaccia per la prima volta di andarsene.
Criticato per l’annuncio della chiusura totale del centro, decisa senza alcun coinvolgimento né interlocuzione con la cittadinanza (buona parte della quale gli aveva verosimilmente accordato la propria preferenza in quanto il suo schieramento si era sempre detto contrario alla chiusura stessa, mentre erano gli altri a voler dichiaratamente regolamentare il traffico in centro storico), aveva minacciato per la seconda volta di andarsene.
Votato da soli 109 concittadini alle elezioni regionali (ove si era candidato con Bolzonello, a coronamento dei recenti anni di vicinanza alla presidenza Serracchiani, dopo altrettanti di vicinanza alla presidenza Tondo, tanto che fino alla fine era incerto da che parte avrebbe trovato casa) si è dimesso il 2 maggio ed ha revocato le proprie dimissioni alla scadenza dei 20 giorni.

Per tre volte dunque, da parte di Di Bernardo non un dubbio sulla validità e correttezza delle scelte compiute, sulla modalità di attuazione, men che mai un accenno di autocritica. Se all’encomio subentra la critica, il sindaco minaccia di andarsene. Se la carica di sindaco non è trampolino di lancio per uno scranno in regione, i concittadini sono colpevoli di avergli guastato la festa, e lui si dimette. Un gesto di stizza, nessun senso di responsabilità per la funzione pubblica, nessun rispetto per collaboratori più stretti che lo sapranno a cose fatte, solo la minaccia, da più parti riferita, di “farla pagare” ai venzonesi.

2. La totale mancanza di senso delle istituzioni e la noncuranza per meccanismi e procedure istituzionali.

Le dimissioni per “delusione” sconcertano nel loro essere esplicita ammissione di un narcisismo che  annulla, se mai v’è stata, la consapevolezza di essere un rappresentante, pro tempore, delle istituzioni. La motivazione risulta tuttavia coerente al mancato rispetto per le funzioni amministrative e per le procedure istituzionali dimostrato in quattro anni di amministrazione che hanno visto sistematiche violazioni procedurali (interrogazioni cui non si risponde nei termini o non si risponde affatto; comunicazioni non consegnate ai consiglieri destinatari, specie se di minoranza) ed il reiterato tentativo di impedire il controllo e la vigilanza da parte della minoranza sull'attività amministrativa (eliminazione degli organi di partecipazione come le commissioni; ostacoli frapposti all'accesso agli atti; risposte mendaci fornite con disinvoltura a specifiche domande, anche in consiglio comunale).

3. L’esercizio della carica come forma di potere personale e non come servizio.

Di Bernardo si è dimesso perché deluso da chi non gli ha accordato il proprio voto. Il libero esercizio di un diritto democratico interpretato, se non è a suo favore, come torto commesso a suo danno. Un concetto che si credeva ormai eradicato nelle moderne democrazie, eppure ancora vivo, vegeto e vigente nella prassi amministrativa del nostro piccolo comune. Ben lo sanno le Associazioni, linfa vitale del tessuto sociale: contrapporsi al sindaco o anche solo dissentire dalle scelte dell'amministrazione significa essere ostacolati, addirittura ostracizzati. Il servo encomio è la triste scelta, che compiangiamo, di chi ai propri associati vuole assicurare un tetto sulla testa, quel cuviert che il sindaco ha promesso al complesso bandistico.
Da ascrivere a tale atteggiamento, con l’aggravante del tornaconto personale, l’incredibile vicenda dell’immobile di proprietà comunale in centro storico, di cui il sindaco rimane locatario pur vivendo altrove, dichiarando di utilizzarlo “per fare esercizi ginnici e per ospitare amici e parenti” in palese violazione di quanto prescritto dal contratto di locazione, e mantenendo così la titolarità di un contratto che gli consentirà, a fine mandato, di acquistare l’immobile con prelazione.

Di Bernardo ha ritirato, come prevedibile visti i precedenti, le sue dimissioni. Noi continueremo quindi a portare avanti il nostro incarico di consiglieri di minoranza, esercitando anche nei confronti della sua, sino a ieri, fedelissima maggioranza, quell’azione di vigilanza che, nel clima di discredito alimentato dal sindaco in primis, è difficile non mettere in rapporto con i vandalismi subiti da alcuni di noi – vandalismi che hanno comportato già quattro denunce contro ignoti – senza per questo lamentare quanto era noto già quando ci siamo candidati: l’attività politica è per noi l’assunzione di un servizio nei confronti della collettività che espone a critiche e costituisce un impegno civico e non, secondo la visione alla rovescia di Di Bernardo, la sottrazione di tempo alla vita privata e alla famiglia.

9 maggio 2018

Un paese in balia dei mal di pancia del Sindaco



Diciamo a voce alta qual è la domanda che tutti si stanno facendo: tornerà o non tornerà? E se lo farà, come si ripresenterà ai venzonesi accusati senza mezzi termini di non averlo votato a sufficienza? 

Non è la prima volta che sul mandato Di Bernardo si addensano le nubi delle dimissioni. In due occasioni aveva minacciato di dimettersi, prima per l’accusa di aver scelto fra i suoi collaboratori parenti e amici (il caso passato come “parentopoli al Pio Istituto Elemosiniere”), poi per le polemiche sorte all’indomani della sua improvvisa e non mediata decisione di voler chiudere il centro storico.

Stavolta Di Bernardo ha fatto il passo e la cittadella medievale ha ricevuto un frettoloso e asciutto benservito a un anno dalle prossime elezioni. È la fine di un amore? Le dimissioni hanno colto impreparati e messo in difficoltà anche i collaboratori più stretti del Sindaco. Nonostante ciò, chi è rimasto nella giunta già mutila di un’assessore ha deciso di andare avanti: il vicesindaco Valent e l’assessore Madrassi vogliono provare a tenere insieme i cocci. La porta è socchiusa al probabile rientro di Di Bernardo, dimostrando di nuovo come tutto sembri incredibilmente dipendere dai suoi capricci.

Intanto sta arrivando la stagione estiva, la più intensa per Venzone già messa alla prova negli scorsi fine settimana dai primi pullman turistici e dalle comitive di ciclisti. Di fatto ovunque ci sono cantieri avviati e in stallo e la viabilità selvaggia dentro e fuori il centro storico -  ora aperto o mezzo aperto con transenne disposte a casaccio - va di nuovo ripensata daccapo dopo quattro anni di amministrazione. Si pensi allo stretto corridoio a fianco alla palestra utilizzato contemporaneamente da pedoni, auto e perfino dallo scuolabus. 

A noi di Impegno Civico sembra che Venzone stia galoppando a briglia sciolta senza una meta, nutrendosi indistintamente di quello che trova lungo il percorso. Troppo spesso e senza criterio accoglie fra le sue mura iniziative di dubbio gusto che vengono spalmate qua e là senza adeguata preparazione e senza un calendario concordato, generando sovrapposizioni imbarazzanti. Ultimo esempio è l’infelice decisione di ospitare in piazza le Ferrari in un giorno carico di significato come l’anniversario del terremoto. 

Ma Venzone, orgoglioso Monumento Nazionale dei friulani prima che palcoscenico per il Borgo dei Borghi, davvero accetta a testa bassa di continuare a essere bistrattata dai mal di pancia di un Sindaco?