5 novembre 2012

EDITORIALE






Da qualche tempo gruppi di ciclisti provenienti d’oltre confine percorrono le strade del nostro Comune. Questa migrazione si affievolirà presto con l’autunno, ma possiamo facilmente prevedere che il fenomeno sarà molto più massiccio nella prossima primavera e per tutte le stagioni estive a venire.
Ragioni diverse concorrono a diffondere il turismo in bicicletta: approntamento di piste ciclabili particolarmente agevoli e suggestive, basso costo dell’attrezzatura, coscienza ecologica che spinge a rifiutare l’uso di veicoli a motore, consapevolezza dei vantaggi che derivano dall’esercizio fisico, disponibilità di servizi ferroviari per l’eventuale trasporto delle biciclette (vedi recente inizio dei collegamenti MiCoTra di cui scrivemmo sul precedente numero de Il Sfuei). Aggiungo che la bassa velocità di spostamento permette ai pedalatori di percepire l’atmosfera circostante, di partecipare alla vita della natura, consente
di registrare il mutare del paesaggio e della vegetazione, di impadronirsi fisicamente della bellezza dei luoghi. Viaggiare lentamente diventa un piacere che si rinnova ad ogni pedalata. Viaggiare in bicicletta ripropone sensazioni antiche, familiari a chi si spostava a piedi o a cavallo.
La pista ciclabile Alpe-Adria in realtà non è stata ancora realizzata nella sua interezza. Il tracciato nel nostro territorio non pare ancora definito. La costruzione della Venzone-Gemona, di cui ci siamo occupati (Il Sfuei n.15) non è neppure iniziata. Tuttavia abbiamo constatato che il nostro Comune può diventare un luogo privilegiato di sosta e di turismo non invasivo.
Che cosa possiamo fare per non trovarci ancora una volta impreparati? Ci sembra opportuno sollecitare due piani di intervento. Uno riguarda l’Amministrazione Comunale e l’altro i singoli cittadini.
L’Amministrazione affronti una buona volta con coraggio il problema della circolazione in tutto il territorio comunale, individuando i percorsi alternativi alla viabilità ordinaria, privilegiando, specie nel centro storico, la vita dei cittadini e non l’uso dell’automobile. Ne guadagnerà la qualità della vita per tutti. Provveda ad integrare le ciclabili con i percorsi urbani. Costituisca i luoghi di sosta con gli opportuni ripari -ad esempio nel parcheggio davanti al P.I.E.- per evitare che la loggia sotto il Municipio divenga, in caso di pioggia, un deposito di biciclette, come è già accaduto, in barba alla “sacralità” del monumento. Costerà affidare ad un esperto la preparazione del piano per il traffico? Molto poco in rapporto ai benefici definitivi, tenendo conto che le ciclabili sono a costo zero per il Comune, ci regalano queste occasioni e saranno utili anche per gli spostamenti dei venzonesi.
Per quanto riguarda i cittadini ci sentiamo di sollecitarne lo spirito d’iniziativa. I locali pubblici esistenti possono attrezzarsi per ricoverare e custodire le biciclette degli ospiti. Possono creare punti di sosta e di accoglienza, ideare rifornimenti di cibi e bevande o menù specifici. I privati possono aprire B&B (letto e colazione) sull’esempio di quelli esistenti, consorziandosi ed affidandosi per le prenotazioni alla Pro Loco. Potrebbe anche essere utile aprire un’officina di assistenza (qualcuno si ricorda di Nardín?). A chi dubita di questo quadro futuro vorremmo citare la realtà del Camino di Santiago che costituisce da secoli un grande fenomeno di devozione sposata allo spirito sportivo. Ogni anno migliaia di pellegrini a piedi, in bicicletta ed anche a cavallo percorrono la Spagna settentrionale da oriente ad occidente, trovando ovunque accoglienza ed ospitalità. Riflettiamo sul fatto che Venzone, per chi proviene dall’Europa centrale, si trova sulla via di Santiago e di Roma e che, recentemente, pellegrini ciclisti polacchi sono passati, qui da noi, sulle orme dei viaggiatori antichi e di un loro illustre conterraneo di nome Karol Wojtyla, diretti alla Città Eterna. Il passaggio dello sconosciuto vescovo, che sarebbe diventato papa Giovanni Paolo II, è ricordato dalla targa esposta in Duomo accanto al fonte battesimale.
Per finire, permetteteci di consigliare, tanto per farsi un’idea, la lettura delle avventure di Emilio Rigatti di Ruda, professore, scrittore e ciclista, disponibili in biblioteca.
Loris Sormani

BUON LAVORO


Dopo molti mesi nei quali il Pio Istituto Elemosiniere è stato senza guida (nei primi giorni del febbraio scorso la presidente Cosetta Dario e tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione avevano rassegnato le dimissioni e da allora non si era più saputo nulla), finalmente, il 29 settembre, si è riunito il nuovo Consiglio di Amministrazione. I componenti, nominati sono: Daniela Tonussi presidente, Sergio Di Bernardo, Giuseppe Capriz e Carla Sava consiglieri designati dalla maggioranza, Maurizio Vuerli consigliere scelto dal Gruppo Misto di minoranza. Come avevamo già ampiamente illustrato nei numeri 10 e 11 de Il Sfuei, dopo la gestione Di Bernardo, l’ultima amministrazione del PIE ha portato avanti una profonda ristrutturazione, malgrado i limiti dovuti alla struttura, con il risultato di significativi risparmi economici e notevoli miglioramenti delle condizioni di soggiorno per gli ospiti e gli utenti.
Tutto ciò, dobbiamo ricordarlo, anche grazie all’impegno della rappresentante della nostra minoranza Jasmina Zivkovic.
Ci auguriamo che la nuova presidente e i nuovi consiglieri si informino sulla storia dell’istituzione che dirigeranno, consultando magari il pregevole bollettino che l’Associazione Amici di Venzone ha dedicato all’archivio (Bollettino anno XXXIII - 2004).
Auspichiamo che i nuovi amministratori possano avvertire che il PIE non è solo una casa di riposo per anziani (oggi denominata Azienda Pubblica di Servizi alla Persona), ma un ente più complesso dotato di proprietà, beni immobili e un archivio importantissimo che va salvaguardato e tutelato. Speriamo inoltre che i nuovi amministratori abbiano l’entusiasmo e l’energia necessari per far ripartire il PIE e farlo diventare un tassello importante di una più vasta rete di servizi integrati (magari con altre strutture regionali). Questa è, a nostro parere, la strada da seguire, per “salvare” la casa di riposo e il Pio Istituto Elemosiniere.

STAZIONE DI VENZONE: MAGLIA NERA DELLA PONTEBBANA





Correva l’anno 1879 ed italiani ed austriaci festeggiavano l’apertura della linea ferroviaria Pontebbana che collegava Udine e Tarvisio e che a Pontebba, per l’appunto, attraversava il confine. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ma la Pontebbana è ancora qui tra di noi. Nel corso degli anni alcune stazioni sono state chiuse o ridimensionate, nuovi treni hanno sostituito quelli che il tempo ha usurato o reso obsoleti, è arrivato il doppio binario e nel 2000 la vecchia tratta tra Carnia e Tarvisio è stata abbandonata e sostituita con una nuova linea più diretta, veloce e che si snoda in gran parte in galleria.
Per i venzonesi avere in casa non una ma ben due stazioni è una grande fortuna e chi, per lavoro, studio o necessità personali, è costretto ad utilizzare la propria autovettura o l’autobus ci invidia. Nonostante i cospicui tagli agli impianti ed al personale il numero delle corse giornaliere è tale da rappresentare una valida e concreta alternativa al trasporto su strada: più comodo, veloce (in circa mezz’ora si è a Udine) e rilassante (niente code, nessun problema di parcheggio). Purtroppo non mancano i problemi: soppressioni e ritardi, strutture e servizi chiusi o non funzionanti, inadempienze, fasce orarie sguarnite (la tarda mattinata e la sera, ad esempio).
Nel 2009, con l’obiettivo di dare voce alle richieste ed alle esigenze dei viaggiatori, è nato il Comitato pendolari Alto Friuli. Da allora è costantemente impegnato a ricercare soluzioni per migliorare il servizio lungo la tratta Udine - Tarvisio. Si è, ad esempio, battuto con successo per la riapertura della biglietteria di Gemona ed è un sicuro punto di riferimento per chiunque abbia qualcosa da segnalare o da proporre.
Nei primi mesi di quest’anno ha condotto un’indagine volta a conoscere le condizioni in cui versano le stazioni della linea Pontebbana. Non pessimo il giudizio per quella di Carnia (ove nel frattempo sono però stati chiusi i bagni); gravemente insufficiente quello per Venzone: la peggiore di tutte.
Da diversi anni la stazione è di fatto chiusa. In assenza di una sala d’aspetto i viaggiatori sono costretti ad attendere il treno in automobile o nel sottopassaggio dove trovano riparo dalla pioggia ma non dal vento e dal freddo. Non c’è la biglietteria e neppure un distributore automatico come in altre “piccole” stazioni della linea. I biglietti si acquistano in paese, presso una cartolibreria, o sul treno (per fortuna senza sovrapprezzo). In una bacheca sono affissi gli orari ed altri avvisi. Le informazioni fornite da due monitor e gli annunci lasciano a volte a desiderare come quando sottostimano i ritardi e non danno alcuna indicazione, in caso di cancellazione dei treni, se vi sia o meno una corsa sostitutiva, da dove parta e a che ora. Il piazzale est (utilizzato dalla maggioranza degli utenti) non è asfaltato e quando piove si riempie di pozzanghere. Risulta inoltre privo di indicazioni cosicché chi scende a Venzone per la prima volta non sa dove andare. Non parliamo poi dei servizi igienici che paiono essere divenuti un privilegio d’altri tempi.
Di tale situazione fanno le spese non solo i residenti ma anche i militari della caserma Feruglio ed i turisti, che grazie al nuovo servizio ferroviario MiCoTra, che quotidianamente collega Udine e Villaco, iniziano ad arrivare numerosi (con tanto di bicicletta al seguito).
Il Comitato, con una lettera del 29 marzo 2012 indirizzata al Sindaco (di cui abbiamo riferito anche ne Il Sfuei di febbraio), ha denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la stazione di Venzone. Nella lettera il Comitato invitava l’Amministrazione Comunale a farsi carico della questione, sensibilizzando nelle sedi opportune la proprietà (RFI) e le istituzioni regionali affinché si possa fornire agli utenti un servizio decoroso e trovare una soluzione perlomeno al problema della sala d’attesa. Come ha fatto ad esempio il Comune di Malborghetto-Valbruna, che garantisce l’apertura quotidiana e la pulizia della sala d’aspetto e dei servizi igienici grazie ad uno specifico accordo stipulato con la proprietà. Spiace rilevare che a tutt’oggi al Comitato Pendolari non sia giunta alcuna risposta, né ci risulta che l’Amministrazione si sia mossa in alcun modo. Ci auguriamo che si sia trattato solo di disattenzione, di una dimenticanza cui poter presto porre rimedio. Ed invitiamo anzi l’Amministrazione ad interessarsi attivamente alla notizia secondo la quale (Messaggero del 9 ottobre) i 500 mila euro che ver- ranno versati da Trenitalia alla Regione FVG come penali per i disservizi nel trasporto ferroviario, saranno utilizzati per aumentare il comfort delle stazioni, ossia per migliorare servizi igienici, biglietterie, oltre che per l’installazione di nuovi punti informativi, in modo da far rientrare le nostre stazioni di Carnia e Venzone tra quelle cui verranno apportate migliorie. Chi non è più un ragazzino ricorda ancora le “vecchie” stazioni della Pontebbana con la biglietteria aperta tutto il giorno, i servizi igienici, i tecnici, le squadre degli operai ed in alcuni casi (come a Carnia) il buffet con l’edicola. Ora non si pretende tanto, si chiede solamente una sala d’aspetto e poco altro. Vi sembra un’esagerazione?

TILIMENT E TAIAMENT





Il Comune di Spilimbergo - anche per scongiurare episodi che in passato hanno visto gruppi di turisti rimanere imprigionati nelle acque del fiume per improvvise, ma spesso prevedibili, piene - ha adottato un provvedimento di divieto di accesso ai veicoli a motore al greto del fiume Tagliamento.
A questo si aggiunge anche l’obiettivo di impedire l’abbandono di rifiuti. Gli accessi al fiume saranno dotati di tabelle di divieto, verrà regolamentato l’ingresso, la sosta e le sanzioni ai trasgressori saranno elevate.
In verità basterebbe far applicare la legge che già inibisce l’accesso al greto del fiume a veicoli a motore non autorizzati, ma evidentemente non basta... Quest’anno a Venzone, grazie anche all’estate particolarmente lunga e calda, si è assistito, sulla riva piovernese e non solo, ad un vero e proprio campeggio improvvisato con decine di automobili e fuoristrada sul greto.
E’ anche, purtroppo, un costume consolidato quello di abbandonare rifiuti e
materiali lungo le vie di accesso al Tagliamento, in particolare nella zona dei Salés e della Stretelungje  dove si incontrano vere e proprie discariche (di cui in questo numero a pag. 7 Rogo a Pioverno).
Con pochissima spesa e in modo molto semplice sarebbe possibile anche qui da noi regolamentare gli accessi al fiume (con paletti e staccionate), rendendo fruibile a pedoni e ciclisti un ambiente e un fiume di rara bellezza, non a caso proposto ai turisti da agenzie austriache e tedesche.

AMICI DI VENZONE





Dopo un lungo e non facile lavoro di ricerca, è finalmente quasi giunto a termine il lungo iter di preparazione del nuovo Bollettino dell’Associazione Amici di Venzone, che sarà dedicato agli Archivi Storici Ecclesiastici della Terra di Venzone. La pubblicazione, che si avvale dell’apporto professionale di archiviste esperte, della supervisione e del finanziamento della Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia, oltre che della Pieve di Sant’Andrea e della Parrocchia di Portis e Carnia, si pone nel solco del già pubblicato Inventario dell’archivio del Pio Istituto Elemosiniere. L’Associazione prosegue dunque nel suo impegno volto a completare l’opera di ordinamento e inventariazione del patrimonio archivistico della Terra di Venzone, nel convincimento che solo l’attenta e tenace custodia della memoria storica possa costituire il reale fondamento della tipicità e dell’autenticità di una terra e della comunità che vi abita.

NOVITA' IN BIBLIOTECA


L’autunno con le sue giornate più corte e più fresche ci spinge a chiuderci in casa e quale migliore medicina, per combattere quella sottile malinconia che a volte può manifestarsi con il cambio stagione, dell’intima serenità che regala la lettura di un buon libro e della successiva gioia di poterla condividere con amici e parenti?
Ecco allora due delle ultime novità disponibili presso la nostra biblioteca. Per
le donne, e per tutti gli uomini che le donne dicono di amarle, L’amore rubato di Dacia Maraini, otto storie di denuncia, otto episodi ispirati ad una realtà che ogni giorno ci mostra mogli e compagne in balìa di coniugi, fidanzati e amici violenti, uomini che pensano di possedere la donna che amano.
La seconda proposta invece è un libro fatto di libri, come Romano Montroni scrive nella sua prefazione de I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori dove i cento scrittori ci raccontano quale libro abbia cambiato la loro vita, e soprattutto qua- le potere abbia la lettura. Un libro non cambia la vita, ma rubando le emozioni di Ginevra Bompiani i libri ti costruiscono la via, la ondeggiano, la sprofondano e poi la sollevano, come un sentiero in cresta fra le colline.
Ultima segnalazione per chi non l’avesse ancora visto, o volesse rivederlo, in biblioteca è ora disponibile il dvd La fabriche dai predis la videointervista a prè Toni Bellina di presentazione della sua opera.
Le novità non riguardano solo i nuovi libri, e coloro che negli ultimi mesi hanno preso almeno un libro a prestito, se ne sono accorti quando è stata loro recapitata una tessera nominativa. La nostra biblioteca, infatti, si sta rinnovando avendo aderito al Sistema Bibliotecario del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale che raggruppa 14 biblioteche, per lo più di area montana, con l’obiettivo di ottimizzare al massimo le risorse umane, valorizzare le dotazioni documentali e fornire un sempre miglior servizio alla popolazione residente sul territorio, anche rendendo omogenee le varie strutture e le varie competenze.
Il lavoro che ne consegue non è perciò indifferente per i bibliotecari che devono, a volte, omologarsi alle altre strutture, cambiare tipologia di aggiornamento ed approvvigionamento, ma soprattutto catalogare ed inserire in rete tutti i volumi a loro disposizione.
Un lavoro enorme, insomma, che persegue l’obiettivo finale di sensibilizzare la popolazione alla lettura e, più in generale, far crescere una consuetudine alla frequentazione della biblioteca quale centro anche di aggregazione sociale, soprattutto per i più anziani e per i più piccoli (con iniziative quali Nati per leggere).
Chissà se anche le numerose scatole ammassate sulle pareti in fondo alla biblioteca perseguono lo stesso obiettivo, perché, ad osservarle, non si percepisce una piacevole innovazione, semmai il disagio per chi in biblioteca lavora e per chi la frequenta e ci deve camminare a fianco stando attento a non urtarle.

LA NOSTRA AMMINISTRAZIONE E' DI PUBBLICA UTILITA'?





Nel numero di giugno de Il Sfuei, all’ultimo momento prima di andare in stampa, avevamo aggiunto la seguente segnalazione in calce al resoconto sulla esclusione di Venzone dall’assegnazione dei fondi per lavori di pubblica utilità a causa della tardiva presentazione della domanda:
ATTENZIONE: Il D.P. Reg. 114 del 24/05/12 stanzia 10,1 milioni di € per le pubbliche amministrazioni che, entro il 30/06/12, presentino alla Regione FVG progetti di Lavori di Pubblica Utilità destinati a disoccupati.
Gli interessati potranno rivolgersi dal 16/07/12 ai Centri per l’Impiego. CI AUGURIAMO CHE QUESTA VOLTA NON VI SIANO RITARDI DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE.
Ebbene, per quanto sia difficile credervi, anche questa volta l’Amministrazione è stata così solerte da risultare esclusa: il progetto di Venzone è il 109°, i finanziamenti si fermano all’89°. Ovviamente da Sindaco e assessori non sono giunte parole chiare sulla vicenda, e allora vediamo come funziona. Il D.P.Reg. 114, all’art. 10 (Presentazione dei progetti), stabiliva che le domande di finanziamento e i relativi progetti venissero presentati entro il 30/06/2012 “sull’apposito formulario on line disponibile sul sito internet www.regione.fvg.it, sottoscritti digitalmente ai sensi del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’Amministrazione digitale) e inviati tramite PEC (posta elettronica certificata), all’indirizzo disponibile sul sito internet www.regione.fvg.it, nella sezione posta certificata”.
Vi sembra difficile? Forse per un privato, di certo non per un’Amministrazione Comunale (ce l’hanno fatta, per fare qualche esempio, i Comuni di Coseano, Faedis, Paularo con tre progetti, Gemona con quattro, Moggio...). Il singolo progetto del nostro Comune, intitolato “Venzone arte e cultura” non è stato respinto perché inadeguato, è semplicemente arrivato tardi. La valutazione dell’ammissibilità dei progetti era infatti regolata dall’art. 11 del già citato D.P.Reg. 114, che dice testualmente: “La procedura valutativa è svolta secondo le modalità del procedimento a sportello ai sensi dell’articolo 36 della legge regionale 7/2000 fino ad esaurimento delle risorse disponibili”. Nel caso poi si volesse approfondire e capire cosa s’intenda per “modalità a sportello”, basta leggere il citato art. 36 che al comma 4 recita: “Nel procedimento a sportello e’ previsto lo svolgimento dell’istruttoria delle domande secondo l’ordine cronologico di presentazione. Ove le disponibilità finanziarie siano insufficienti rispetto alle domande presentate, la concessione dell’intervento e’ disposta secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande medesime.”
Il tempo impiegato per queste verifiche ed approfondimenti da parte di chi scrive è stato di circa 20 minuti, e chi scrive non è ovviamente né un dipendente comunale né un amministratore. Come è possibile dunque tanta, reiterata superficialità ai danni di giovani cittadini disoccupati? Ebbene, lungi dal fornire una risposta seria all’ultimo Consiglio Comunale del 12 settembre, in sede di dibattito sollecitato da una interrogazione presentata per questa ri-esclusione dal Gruppo Misto, Sindaco e assessori hanno pensato bene di affidare le loro considerazioni sul tema al Messaggero del 19 settembre. “La questione” -scrive il quotidiano- sarebbe stata “affrontata in tandem tra maggioranza e opposizione come ha ricordato l’assessore Sandra Fadi”. Certo che questa è bella davvero! Forse l’assessore ha poca pratica di biciclette -malgrado a Venzone ne girino davvero tante ultimamente-, visto che in tandem si pedala con lo stesso ritmo e, soprattutto, nella stessa direzione, e non ci sembra davvero che una discussione nata da un’interrogazione relativa ai motivi di una cattiva gestione possa essere assimilata ad una pedalata all’unisono. Ma non basta, l’articolo prosegue citando quanto dichiarato dal Sindaco: “Il bando è uscito il 7 giugno, il 9 come giunta abbiamo predisposto tutte le pratiche e spedite per via informatica e l’11 le abbiamo spedite via posta, ma ciò non è stato sufficiente”. Ora, se l’Amministrazione non fosse stata reduce da una eliminazione per ritardo dal bando precedente, si potrebbe anche accettare l’ingenuità di tale affermazione, ma riteniamo gravissima l’ammissione di aver spedito la domanda di partecipazione due giorni dopo la pubblicazione del bando. Il fatto diviene poi ancor più grave se si prosegue nella lettura dell’articolo del Messaggero: “in consiglio si è dunque discusso sulla necessità per gli amministratori di avere contatti giusti con gli uffici regionali per essere celermente informati sull’uscita dei bandi in modo da agire per tempo”. Ma dove siamo, in un contesto padronale in cui servono “contatti giusti”? Abbiamo annunciato l’uscita del bando su Il Sfuei di giugno, e i nostri contatti non sono altro che la lettura delle gazzette, dei giornali, il desiderio e la volontà di essere informati per il bene della popolazione. All’Amministrazione sarebbe bastato leggere Il Sfuei, se proprio non fa altro.
Di certo sarà bene tenere a mente questi episodi, soprattutto nel caso in cui, nella prossima campagna elettorale, ci venga propinata una nuova edizione del famoso “catalogo delle cose (s)fatte”, nel senso che per ogni cosa c’è un tempo, un modo, e se in altri ambiti i ritardi dell’Amministrazione hanno solo creato grossi disagi, ma non veri danni (rammentate la Venzonassa ricoperta da un bosco per circa due anni, la piazza ingombra per mesi di spartitraffico degni di uno svincolo autostradale?... tanto per fare un paio d’esempi), in questo caso il danno a carico di giovani disoccupati è evidente. A loro tutto il nostro sostegno morale, in attesa di poter affrontare, da amministratori, tali questioni con la dovuta solerzia, attenzione e rispetto.

1 novembre 2012

COMINCERANNO A PENSARE...





Ancora una puntualizzazione sulla vicenda del bando per i lavori di pubblica utilità. Ci sarebbe infatti da ridere se la situazione non fosse tragica: dopo quasi quattro anni di amministrazione (da sommare ai dieci precedenti!) il Sindaco si accorge di avere bisogno di qualcuno che si occupi di monitorare, selezionare, approntare, seguire l’iter dei bandi regionali.
Fino ad oggi in Giunta Comunale nessuno ci ha pensato. Sulla stampa il Sindaco annuncia: “E’ chiaro a questo punto che in futuro cominceremo a pensare se mettere in piedi un apposito gruppo di lavoro che si occupi soltanto di quello”, cioè non dice “ci attiveremo immediatamente” ma “in futuro cominceremo a pensare”... buonanotte e sogni d’oro.
Con sprezzo del ridicolo, invita inoltre i membri dell’opposizione a farne parte. E’ noto a tutti che non solo le minoranze, ma perfino i membri della maggioranza non sono minimamente informati delle iniziative e delle scelte che opera la Giunta, che ora avanza la richiesta di aiuto di un gruppo di lavoro ad hoc. Ricordiamo che la Giunta è composta da tre persone più Sindaco e Vicesindaco e che ogni assessore percepisce un compenso mensile lordo di 400 euro (Sindaco 1.333 euro e Vicesindaco 533 euro). Ci vuole una bella faccia tosta.

HABEMUS INSULAM PEDESTREM






Nell’anno del signore 2012 il giorno 22 agosto, dopo quasi 15 anni, l’Amministrazione Pascolo è riuscita nella titanica impresa di rendere pedonale la porzione est di piazza Municipio, togliendo ai poveri automobilisti la bellezza di ben 12 imprescindibili posti auto. Un fatto inaudito, epocale. In realtà sono state poste panchine e fioriere (almeno crediamo lo siano) in sostituzione degli osceni spartitraffico in plastica che hanno abbellito la piazza per l’intera stagione estiva, dando ai turisti un’immagine vergognosa di Venzone. Per altro, panchine e fioriere sono state depositate apparentemente senza una logica e ad oggi, da più di un mese, quelle che dovrebbero essere fioriere, cominciano ad ospitare cartacce invece di fiori. A quanto ci risulta, nel momento in cui scriviamo, nessuna ordinanza ha sancito la chiusura della suddetta porzione di piazza, né è stata posta alcuna segnaletica che delimiti l’area pedonale, come succede in tutti i normali comuni in Italia (vedi foto). Per intenderci, non basta mettere delle barriere improvvisate per sancire la chiusura di un’area, i nostri amministratori dovrebbero saperlo. Stendiamo poi un velo pietoso su via S. Caterina, diventata un vicolo cieco e già adibita a parcheggio dai soliti che... “a fare tre passi mi stanco”.
Naturalmente l’altra metà della piazza è nel caos, una sosta più selvaggia di prima, con auto perennemente in sosta sotto il Palazzo Comunale, già definito dal vicesindaco un monumento da tutelare, evidentemente tra una macchina e l’altra. Aggiungiamo che attualmente il mercato settimanale continua ad essere svolto nel lato ovest della piazza, nonostante la relativa ordinanza sia ormai scaduta dal 26 giugno scorso. Risultano perfino offensive ai cittadini le parole dell’assessore Di Bernardo quando dichiara, sul Messaggero del 17 giugno, che: “stiamo ragionando se vietare in modo definitivo al traffico la zona, ma questa è una decisione che prenderemo dopo aver sentito gli esercenti e chi opera in centro per capirne le necessità”, evidentemente, per l’Amministrazione, gli unici a cui dovrebbero interessare le sorti della piazza. Il resto della popolazione infatti non solo non viene interpellata, ma neanche informata: siamo sempre spettatori impotenti di decisioni ed eventi, spesso discutibili. Del resto a Venzone funziona così: dopo quasi tre mandati l’Amministrazione Pascolo non è stata capace non soltanto di progettare la mobilità del centro storico, ma nemmeno di riunire intorno ad un tavolo, esperti di mobilità, amministratori, rappresentanti di categoria e cittadini per pensare ad un percorso progettuale condiviso. Nulla, inerzia totale, il principio è quello di non scontentare gli esercenti della piazza e lasciare tutto com’è. Nel frattempo, per favore, mettete almeno i fiori nelle fioriere!

METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI





Nell’aprile scorso, la Regione Friuli - Venezia Giulia, servizio Caccia, Risorse Ittiche e Biodiversità, ha divulgato un depliant informativo in merito alla stesura della bozza del Piano di Gestione del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) Lago Minisini e Rivoli Bianchi.
La redazione del piano di gestione prevede l’elaborazione tecnica della bozza composta da un quadro conoscitivo, i fattori di pressione e minacce, gli obiettivi di gestione, le strategie e le azioni da intraprendere.
Prevede, inoltre, un processo partecipativo parallelo per coinvolgere i portatori di interesse, le Amministrazioni e la popolazione. Quest’ultimo aspetto è molto importante, oltre che normato da una direttiva europea e dalla Legge Regionale n° 7/2008, perchè il processo partecipativo ha l’obiettivo di far condividere, con i soggetti interessati, l’individuazione del- le azioni per la tutela e la gestione del territorio.
Tutti noi sappiamo che, per quanto riguarda l’area SIC ricadente sul nostro territorio comunale, grava un pesante impatto: il poligono militare.
Avevamo trattato il problema già nel 2010 (n° 3 de Il Sfuei) nella totale indifferenza dell’Amministrazione Comunale. Oggi il piano di gestione dovrà per forza fare i conti con tale macroscopica sovrapposizione: “un poligono di tiro dove si svolgono: esercitazioni militari a fuoco (lancio con bomba a mano, tiri con armi portatili individuali e di reparto, con mortai...)”, che viene raggiunto con camion e mezzi cingolati, dovrebbe convivere con un sito che viene descritto così sul depliant regionale: “di elevata frequentazione turistica e sportiva, con formazioni erbacee rilevanti dal punto floristico, praterie magre che ospitano numerose
specie endemiche e particolarità floristi- che, prati molto ricchi di specie...” Il Piano di gestione prevede misure regolamentari e amministrative e un iter di redazione con il parere degli enti locali interessati.
Sarà interessante conoscere quali soluzioni intenderà proporre la nostra Amministrazione Comunale nella fase di espressione di pareri di competenza previsto nell’iter di approvazione.

AKROPOLIS 13





In regione ed in provincia sono numerose, malgrado la crisi, le proposte teatrali e fra queste è giunta alla sua tredicesima edizione Akrópolis, rassegna di teatro civile proposta da Teatro Club Udine. “Civile” è un termine la cui pregnanza si avverte soprattutto quando quotidianamente si è costretti a fronteggiarne l’assenza, ed è proprio per venire incontro al bisogno di civiltà di tanti cittadini onesti ed impegnati che il teatro, pur conservando la raffinatezza della messa in scena e i canoni della rappresentazione, affronta temi come il degrado ambientale, la solitudine ed il disagio dell’uomo contemporaneo, il degrado dei costumi, la spaccatura nord-sud.
Forti anche le voci locali presenti nella rassegna, che si aprirà mercoledì 7 novembre con “Il vantone” di Pasolini, opera che a 90 anni dalla nascita dell’intellettuale e poeta friulano rivela ancora tutta la sua capacità di attualizzare un classico (si tratta infatti di un adattamento del Miles gloriosus di Plauto).
Ancora un nome friulano, e a noi venzonesi profondamente caro, il 27 febbraio, quando ad andare in scena sarà “La fabbrica dei preti”. Lo spettacolo, ispi- rato all’omonima opera friulana di prè Toni Bellina si propone, attraverso la regia e l’interpretazione di Giuliana Musso, di “dare voce a questi preti innamorati della vita e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per tenere insieme i pezzi”.
Un’ulteriore momento di storia friulana sarà poi quello che andrà in scena il 17 aprile con lo spettacolo Miniere, in cui Aida Talliente, anche avvalendosi delle intense fotografie di Danilo De Marco, percorre la storia della miniera, dei minatori e dell’intera comunità di Raibl - Cave del Predil.
Parimenti interessanti sono anche gli altri titoli della rassegna che non rientra- no nella simpatica serie degli spettacoli denominata “a km 0”, come, per citarne solo un paio, Novantadue. Falcone e Borsellino, venti anni dopo” in programma per il 14 dicembre, oppure Balkan Burger, lucida inchiesta sulla violenza giustificata in nome di un qualche Dio,
di volta in volta invocato per interessi di parte, che andrà in scena il 28 gennaio. Gli spettacoli si terranno a Udine. Per maggiori informazioni, per i biglietti e per il programma completo è possibile rivolgersi al Teatro Club Udine, 0432- 507953 o consultare il sito www.tetroclubudine.it