5 novembre 2012

EDITORIALE






Da qualche tempo gruppi di ciclisti provenienti d’oltre confine percorrono le strade del nostro Comune. Questa migrazione si affievolirà presto con l’autunno, ma possiamo facilmente prevedere che il fenomeno sarà molto più massiccio nella prossima primavera e per tutte le stagioni estive a venire.
Ragioni diverse concorrono a diffondere il turismo in bicicletta: approntamento di piste ciclabili particolarmente agevoli e suggestive, basso costo dell’attrezzatura, coscienza ecologica che spinge a rifiutare l’uso di veicoli a motore, consapevolezza dei vantaggi che derivano dall’esercizio fisico, disponibilità di servizi ferroviari per l’eventuale trasporto delle biciclette (vedi recente inizio dei collegamenti MiCoTra di cui scrivemmo sul precedente numero de Il Sfuei). Aggiungo che la bassa velocità di spostamento permette ai pedalatori di percepire l’atmosfera circostante, di partecipare alla vita della natura, consente
di registrare il mutare del paesaggio e della vegetazione, di impadronirsi fisicamente della bellezza dei luoghi. Viaggiare lentamente diventa un piacere che si rinnova ad ogni pedalata. Viaggiare in bicicletta ripropone sensazioni antiche, familiari a chi si spostava a piedi o a cavallo.
La pista ciclabile Alpe-Adria in realtà non è stata ancora realizzata nella sua interezza. Il tracciato nel nostro territorio non pare ancora definito. La costruzione della Venzone-Gemona, di cui ci siamo occupati (Il Sfuei n.15) non è neppure iniziata. Tuttavia abbiamo constatato che il nostro Comune può diventare un luogo privilegiato di sosta e di turismo non invasivo.
Che cosa possiamo fare per non trovarci ancora una volta impreparati? Ci sembra opportuno sollecitare due piani di intervento. Uno riguarda l’Amministrazione Comunale e l’altro i singoli cittadini.
L’Amministrazione affronti una buona volta con coraggio il problema della circolazione in tutto il territorio comunale, individuando i percorsi alternativi alla viabilità ordinaria, privilegiando, specie nel centro storico, la vita dei cittadini e non l’uso dell’automobile. Ne guadagnerà la qualità della vita per tutti. Provveda ad integrare le ciclabili con i percorsi urbani. Costituisca i luoghi di sosta con gli opportuni ripari -ad esempio nel parcheggio davanti al P.I.E.- per evitare che la loggia sotto il Municipio divenga, in caso di pioggia, un deposito di biciclette, come è già accaduto, in barba alla “sacralità” del monumento. Costerà affidare ad un esperto la preparazione del piano per il traffico? Molto poco in rapporto ai benefici definitivi, tenendo conto che le ciclabili sono a costo zero per il Comune, ci regalano queste occasioni e saranno utili anche per gli spostamenti dei venzonesi.
Per quanto riguarda i cittadini ci sentiamo di sollecitarne lo spirito d’iniziativa. I locali pubblici esistenti possono attrezzarsi per ricoverare e custodire le biciclette degli ospiti. Possono creare punti di sosta e di accoglienza, ideare rifornimenti di cibi e bevande o menù specifici. I privati possono aprire B&B (letto e colazione) sull’esempio di quelli esistenti, consorziandosi ed affidandosi per le prenotazioni alla Pro Loco. Potrebbe anche essere utile aprire un’officina di assistenza (qualcuno si ricorda di Nardín?). A chi dubita di questo quadro futuro vorremmo citare la realtà del Camino di Santiago che costituisce da secoli un grande fenomeno di devozione sposata allo spirito sportivo. Ogni anno migliaia di pellegrini a piedi, in bicicletta ed anche a cavallo percorrono la Spagna settentrionale da oriente ad occidente, trovando ovunque accoglienza ed ospitalità. Riflettiamo sul fatto che Venzone, per chi proviene dall’Europa centrale, si trova sulla via di Santiago e di Roma e che, recentemente, pellegrini ciclisti polacchi sono passati, qui da noi, sulle orme dei viaggiatori antichi e di un loro illustre conterraneo di nome Karol Wojtyla, diretti alla Città Eterna. Il passaggio dello sconosciuto vescovo, che sarebbe diventato papa Giovanni Paolo II, è ricordato dalla targa esposta in Duomo accanto al fonte battesimale.
Per finire, permetteteci di consigliare, tanto per farsi un’idea, la lettura delle avventure di Emilio Rigatti di Ruda, professore, scrittore e ciclista, disponibili in biblioteca.
Loris Sormani

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