23 febbraio 2011

EDITORIALE






























Sulle pagine del nostro giornale e sulla stampa regionale abbiamo già espresso il parere della minoranza consiliare sulla vicenda dell’Ufficio Postale di Venzone. 
Gli interventi dei giornali sull’argomento, le prese di posizione del nostro Sindaco, sempre a mezzo stampa, e la recentissima interrogazione del Consigliere Regionale Baritussio, riportata dal Messaggero, ci inducono tuttavia ad aggiornare i lettori sulla situazione ed a chiarire alcune inesattezze.
Premesso che avevamo dichiarato l’appoggio all’Amministrazione Comunale nei confronti delle Poste (per cui si veda “il Sfuei” di agosto 2010) l’esame dei fatti ci ha portato a modificare la nostra posizione ed a prendere delle iniziative, per così dire autonome, con il solo preciso scopo di arrivare ad una soluzione soddisfacente per i Venzonesi.
In sostanza ci siamo resi conto che il Comune aveva affrontato il problema dell’inagibilità dello sportello del Centro Storico contrapponendosi in modo conflittuale alla Direzione delle Poste Italiane. Possiamo anche condividere la constatazione che queste da servizio pubblico si sono convertite in azienda con scopo di profitto, ma nel caso specifico, la decisione di chiudere lo sportello prima provvisoriamente, poi definitivamente come vedremo, era determinata da cause oggettive e inoppugnabili, peraltro accennate nel citato intervento del consigliere Baritussio. Una battaglia sui principi presupponeva ben diverso terreno di scontro. Nel nostro caso, si è trasformata invece in prolungato disagio per la popolazione e ritardo nelle decisioni.
Sarebbe stato opportuno cercare una soluzione concordata e non tergiversare attribuendo alle Poste l’intenzione di sfruttare il pretesto del radon per altro scopo.
Di fronte a questa situazione abbiamo preso l’iniziativa di incontrare la Direttrice provinciale per conoscere i termini esatti della questione. Il 10 settembre 2010, al termine di un colloquio chiarificatore, abbiamo avuto assicurazione che, in caso d’inagibilità dei locali del Palazzo Orgnani-Martina, allora in corso di accertamento, sarebbero state prese in considerazione tutte le proposte di soluzione alternativa.
Confidando ancora nell’opportunità di un’azione coordinata, dei risultati del colloquio è stato informato per iscritto il Sindaco.
L’esito “infausto” degli esami tecnici sulla concentrazione del gas radon, pervenuto al Comune il 27 ottobre scorso e la successiva disdetta del contratto di locazione del 20.12.2010 ricevuta il 29 successivo, non hanno dato luogo, per quanto ci risulta, a risposte o iniziative. Ci siamo premurati di verificare l’affermazione richiedendo al Comune copia delle comunicazioni ufficiali intercorse.
Nei giorni scorsi, pertanto, sulla base di nostre ricerche, abbiamo presentato alla Direzione Provinciale delle Poste di Udine una proposta concreta per la riapertura dello sportello del Centro Storico. Ai tecnici, subito inviati ad effettuare il necessario sopralluogo, sono state fornite tutte le opportune informazioni.
Non vogliamo affermare che il problema è risolto. Si devono attendere valutazioni, decisioni e, in caso positivo, il perfezionamento del contratto d’affitto. Saranno anche necessari opportuni lavori di adattamento dei locali. Lavori per i quali - siamo sicuri - il Comune, senza dover affrontare oneri, darà piena collaborazione. 
Ai lettori e, in particolare, all’attenta giovane lettrice che, in passato, sollecitava sulle pagine della “Consee” l’azione concorde nell’interesse di tutti i cittadini, lasciamo la valutazione dei fatti.     

Loris Sormani

MANDI MESTRE MIRELLA


























Martedì 18 gennaio si è tenuto a Venzone il funerale della maestra Mirella (Mirella Fornera ved. Di Bernardo).
Aveva insegnato per diversi anni a Pioverno e Venzone e negli anni tra il 1942 e il 1944 anche nella scuola di Maieròn in val Venzonassa, che accoglieva anche i bambini dei borghi Costa e Prabunello. Era infatti una delle “mitiche” maestre che raggiungevano a piedi (non c’erano strade ma solo sentieri) le località più impervie della montagna friulana ogni giorno e con ogni tempo, permettendo ai bambini e ai ragazzi delle più sperdute borgate di ottenere un’istruzione.
Centinaia sono stati i venzonesi suoi allievi e decine i suoi colleghi.
Pochissimi di loro hanno avuto il tempo di darle l’ultimo saluto.
Era nata nel 1922, si era sposata giovanissima e aveva dato alla luce nel 1942 un bambino che non conobbe mai il padre. Il marito di Mirella, infatti, non fece ritorno dalla Russia.
Era una donna molto intelligente e indipendente, una persona gioviale, disponibile e generosissima. Amava insegnare e lo faceva bene, era una brava maestra e i bambini le volevano bene.
Nel 1978 andò in pensione dopo quarant’anni di servizio e rimase a Venzone fino a pochi anni fa, quando venne ospitata nella casa di riposo di Moggio 

TUTTA SALUTE!

























La nostra cittadina può contare dalla fine di gennaio su di un altro fisioterapista: Marco Rossetto infatti ha deciso di intraprendere la libera professione dopo essersi laureato con ottimi voti nel novembre scorso.
Attualmente non dispone di un proprio studio dove esercitare la sua professione: per ora fornisce il suo servizio a domicilio e presso la piscina di Tolmezzo (Idrokinesiterapia, ovvero riabilitazione in acqua); sta frequentando anche un tirocinio presso l’Udinese Calcio s.p.a, imparando e lavorando a contatto con lo staff sanitario che cura la prima squadra e la squadra della primavera. La scelta di questo tipo di tirocinio nasce dalla volontà di fornire in futuro anche alle persone comuni, sportive e non, un trattamento solitamente riservato a professionisti dello sport. 
Il giovane è consapevole della presenza a Venzone e nei paesi limitrofi di altri fisioterapisti ormai già affermati sul territorio e sa che dovrà lavorare con umiltà, entusiasmo e coscienza per potersi guadagnare la fiducia delle persone. 
Normalmente quando si parla di fisioterapia la gente è abituata a pensare a questa figura professionale come a un massaggiatore. Ed è vero, il fisioterapista sa fare vari tipi di massaggio: sportivo, rilassante, decontratturante, connettivale, linfodrenaggio, tonificante, shiatsu... ma il massaggio è solo una delle tante strategie a sua disposizione. Esistono nel suo bagaglio culturale anche le tecniche di terapia manuale articolare e mio-fasciale, i “pompages”, gli esercizi terapeutici in progressione per riportare il movimento in uno stato  più fisiologico, i bendaggi funzionali, il moderno Kinesio Tape (un bendaggio elastico molto comodo per alleviare i dolori, migliorare la funzione muscolare e diminuire gli edemi) e tecniche di rieducazione posturale. Le tecniche vengono scelte con razionalità in base agli obiettivi di salute del malato che, per fortuna, è sempre più attento alla sua salute e alla qualità della vita intesa anche come benessere del corpo.
Per questo auguriamo a Marco un buon lavoro, sicuri che non toglierà spazio ai suoi colleghi, ma rafforzerà l’offerta permettendoci di essere seguiti e aiutati nel curare e prevenire i nostri malanni.

SLACS


























La Regione si occupa del censimento di tutti quei fenomeni definiti dissesti franosi, definendone le caratteristiche geometriche, classificandone la pericolosità e monitorandone l’evoluzione nel tempo.
L’attuale banca dati è costituita da un catasto contenente più di cinquemila fenomeni franosi in tutta la Regione, soprattutto nell’area montana.
Da qualche tempo, transitando sulla SS. Nr. 13 “Pontebbana” a sud dell’abitato di Stazione per la Carnia, si possono notare mezzi meccanici all’opera che modellano la parte terminale del versante occidentale della catena del Plauris, nelle prime propaggini del monte Soreli.
Tali lavori, finanziati dalla Protezione Civile Regionale e considerati con classe di pericolosità “P4” (massima), prevedono la realizzazione di un argine e vallo paramassi ad altezza variabile, atto a contenere eventuali distacchi di materiale roccioso dal costone montuoso. I lavori in questo momento, nel pieno della loro fase esecutiva, sembrano delle ferite aperte lungo la montagna ma, quando saranno in via di ultimazione, auspichiamo che saranno completati con una adeguata cortina arborea per mitigarne l’impatto visivo.
Le opere che si stanno realizzando sono lo stralcio di un più ampio piano di interventi su siti ritenuti pericolosi nell’intero comune di Venzone, in cui sono state identificate altre zone a rischio per le quali ulteriori finanziamenti permetteranno la messa in sicurezza. Trattandosi di un tema davvero importante e di interesse pubblico, ci impegniamo a fornirvene un quadro più dettagliato ed approfondito in futuro.

NATIVITA'

























Nella notte di Natale, durante la messa di mezzanotte nel Duomo di Venzone, abbiamo assistito ad una spettacolare e coinvolgente rappresentazione del presepe vivente.
I ragazzi del gruppo scout “Grande Quercia” di Venzone hanno dato vita al presepe interpretando in modo mirabile i vari personaggi — Giuseppe, Maria, il bambinello, pastori, angeli— dando prova di grande impegno e rivelando ottime capacità recitative.
Grazie alla grande disponibilità di Luigino Di Vora “banane”, nel Duomo ricostruito hanno trovato spazio, forse per la prima volta, anche alcuni degli animali del presepe in carne e ossa — l’asinello ed alcune caprette — che hanno reso lo spettacolo ancora più realistico.
La rappresentazione è stata accompagnata anche dalle note del violino suonato egregiamente da Giacomo Ambrosino, ed in tal modo lo spettacolo è stato ancora più emozionante.
Un plauso, dunque, al gruppo Scout di Venzone, al signor Di Vora, alla mamma ed al papà del “bambin Gesù” ed a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione del presepe vivente.

CICLOCAOS























Continua la progettazione e realizzazione della pista ciclabile Alpe-Adria sul nostro territorio, che nelle intenzioni della Provincia di Udine collegherà Salisburgo a Grado.
Se dal confine con l’Austria fino all’abitato di Resiutta, la stessa è di fatto realizzata, i due lotti mancanti (da Resiutta a Venzone e da Venzone a Buja) sono in fase di progettazione esecutiva e non mancano difficoltà sulle scelte di percorso e sulla concertazione tra i vari Enti Locali dei Comuni interessati.
Entrando nel dettaglio, da quanto si è potuto sapere, il tracciato del primo lotto (per una spesa di circa 1.000.000 di Euro) comincia a Resiutta, prosegue lungo la dismessa sede ferroviaria fino nei pressi della ex stazione di Moggio Udinese e da qui sottopassa la Strada Statale 13, percorre il ponte, prosegue lungo la strada per Campiolo fino alla Statale 52 Carnica, che viene attraversata mediante un tunnel, quindi scavalca il fiume Fella sul ponte della ex ferrovia Carnia-Tolmezzo. Già questa prima scelta di percorso verso Campiolo ha suscitato nella gente di Moggio malcontento e animate discussioni, in quanto la fruizione promiscua da parte di auto e cicli comporta non pochi rischi per la sicurezza degli utenti (è un esempio quanto già succede sulla ciclabile Cavazzo-Pioverno).
Da Stazione per la Carnia la pista prosegue lungo la campagna tra ferrovia e fiume Tagliamento, fino a raggiungere l’abitato abbandonato e fatiscente di Portis vecchio e, poco oltre la chiesa di Santa Lucia, attraversa nuovamente la statale, imbocca via S. Leonardo, quindi via Sottomonte fino alla passerella pedonale sulla Venzonassa e termina alle mura di Venzone nei pressi dell’area scolastica. 
Il tracciato del secondo lotto (circa 850.000 Euro di spesa), procederà lungo le mura, poi lungo via degli Alpini fino al parcheggio del cimitero  e da qui alla Strada Statale 13.
Dopo l’attraversamento a raso della Statale, e dopo aver raggiunto la campagna oltre la ferrovia, incredibilmente risalirà verso nord fino al ponte di Pioverno, per poi raggiungere Bordano, il ponte di Braulins, rientrare verso Gemona, Osoppo e Buja per congiungersi infine con l’ippovia Buja - Udine. 
Quanto sopra sarà ufficialmente il tracciato della ciclovia Alpe Adria, ma per quanto riguarda il secondo lotto, la Comunità Montana del Gemonese Canal del Ferro-Val Canale sta progettando un tracciato alternativo che, dopo aver lasciato Venzone, imbocca la Strete Lungje fino a raggiungere il vecchio sedime ferroviario e, con un tunnel, il bivio per Ospedaletto, costeggia il lago Minisini, rientra al Mulino Cocconi per raggiungere infine la zona dell’Ospedale di Gemona.
Questa soluzione sarà progettata e seguita direttamente dalla Comunità Montana che ha previsto una spesa per la sua realizzazione di circa 1.000.000 di Euro.
A quanto pare avremo due tracciati ciclabili per raggiungere Gemona e, a parer nostro, quello indicato dalla Comunità Montana pare più razionale.
L’ipotesi di rendere promiscuo il tratto Pioverno-Bordano potrebbe portare notevoli disagi agli abitanti delle due località e la ciclovia che dovrebbe collegare l’Austria con il mare, anziché essere un tracciato lineare e piacevole che si sviluppa per la maggior parte sul sedime della storica ferrovia, rischia di trasformarsi, in alcuni tratti, in un percorso ad ostacoli.
Anche per questi progetti è totalmente mancata la partecipazione dei cittadini nelle scelte importanti e strategiche sull’uso del territorio, con gravi responsabilità delle Amministrazioni locali che se ne sono completamente disinteressate.

PAR SIMPRI SOTANS





                                                                                                    


















Attualmente sulla cultura, a tutti i livelli, grava una sorta di sospetto di inutilità, se non addirittura di nocività. Gli investimenti pubblici, salvo isolate e lodevoli eccezioni, quando possono penalizzarla, lo fanno senza alcuna esitazione, ignorando (o forse sapendo troppo bene) che è il livello culturale che distingue un popolo di cittadini da un popolo di consumatori.
In Italia fare cultura, frequentarla, sostenerla, sta diventando un vero e proprio atto politico.
Eppure non è sempre stato così: i nostri nonni e i nostri genitori riconoscevano il valore della cultura come mezzo di promozione sociale, anche se nella maggior parte dei casi non avevano avuto la possibilità di accedervi. Invitandoci a studiare ci dicevano che restando nell’ignoranza non c’era alcuna possibilità di progresso o di riscatto materiale e morale della persona, che saremo sempre rimasti solamente dei sotàns
Oggi invece chi parla di cultura è quasi sopportato con fastidio, gli viene contrapposto il “fare” ad ogni costo, magari senza adeguate valutazioni e senza ripensamenti. 
Anche Venzone, che per storia, arte, posizione geografica, architettura dovrebbe ambire a diventare un centro promotore di convegni, mostre e attività, non si sottrae a questo clima diffuso. 
La vicenda dei fondi stornati dalla ricostruzione della chiesa di S.Giovanni, che sarebbe dovuta diventare un edificio multifunzionale per conferenze, concerti e attività museali al servizio dei cittadini venzonesi, è emblematica del livello di attenzione pubblica alla cultura.
Sono inoltre sotto gli occhi di tutti il lento degrado del centro e delle frazioni, l’approssimazione di certe soluzioni raffazzonate, la sciatteria, lo scarso senso del decoro urbano, il mancato rispetto del Piano per l’arredo urbano del Centro Storico e l’assenza di chi dovrebbe farlo rispettare. In poche parole è sotto gli occhi di tutti la mancanza di volontà e di progettualità che vadano oltre il mantenimento dello status quo. Certamente non è solo responsabilità dell’Amministrazione Comunale: anche i cittadini sono chiamati a fare il loro dovere civile, a contribuire a rendere bello e vivibile il Comune, a denunciare abusi e irregolarità. 
E’ giunto il momento quindi di rivolgere un appello ai cittadini, alle associazioni e alle forze locali di buona volontà affinché riprendano in mano il futuro della nostra cittadina, si propongano scenari su come vorremmo fosse Venzone e il suo Comune tra dieci o venti anni, si prospettino soluzioni (anche di basso costo e a medio-lungo termine) di riqualificazione ambientale, si progetti un turismo di qualità e di modesto impatto, non il “mordi e fuggi” attuale dei pullman. Se queste indicazioni non arrivano dall’Amministrazione, allora significherà che dovranno venire dai cittadini volenterosi, consapevoli delle loro possibilità e della loro forza. Forza di idee, opposta ancora una volta all’ignoranza nella quale li si vuole tenere facendo loro credere che “ignorante è simpatico”, oppure che “ignorante è popolare”, quando ignorante è invece solo sinonimo di inconsapevole, buono per il giorno delle elezioni e nulla più. 
Riprendiamoci Venzone, così come se la sono ripresa le centinaia di cittadine e cittadini venzonesi che nel 1976 si sono opposti alle ruspe e alla omologazione, richiedendo ed esigendo di dire la loro sulla ricostruzione, che volevano fosse eseguita con criteri filologici. 
Venzone, oggi come allora, è dei suoi cittadini, e non di qualsiasi Amministrazione o associazione di categoria. 

21 febbraio 2011

VENZONESI LONTANI


Da alcuni mesi stiamo raggiungendo con lo “Sfuei” molti venzonesi lontani, sia all’estero che in Italia.
Molti di loro gradiscono rimanere in contatto con il paese di origine e sono felici di ricevere il nostro giornalino anche se soltanto in formato digitale.
Se i nostri lettori fossero a conoscenza di parenti o amici lontani che potrebbero essere interessati a ricevere lo “Sfuei”, possono comunicarci gli indirizzi e-mail e provvederemo ad includerli nella nostra mailing list.

PORTA LA SPORTA



Dopo ben tre proroghe, finalmente anche in Italia ci siamo arrivati: dal 1° gennaio 2011 i sacchetti di plastica non potranno più essere utilizzati. Ovviamente serviranno alcuni mesi affinché spariscano del tutto, in quanto i negozianti potranno esaurire le loro scorte, senza però far pagare i sacchetti ai clienti: il Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare “il rigoroso rispetto della normativa”. 
A proposito di normativa, il riferimento preciso è il seguente: sono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. Lo stop alle buste di plastica (shopper il loro nome inglese comunemente utilizzato) consentirà di mettere al bando le buste realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai cento ai mille anni. Al suo posto sono già arrivati materiali biodegradabili e quindi più ecologici. Uno dei brevetti è italiano: si tratta delle shopper realizzate con l’amido, brevettate da un’azienda di Novara. Resistenti, consentono il riutilizzo per più volte.
Il prezzo degli shopper biodegradabili è attualmente superiore del 30-40% a quelli di plastica, ma la maggiore presenza sul mercato dovrebbe riallineare i costi per gli esercenti.
Tuttavia, quello che ci si augura, è che un cambiamento imposto dall’alto nei consumi, diventi un cambiamento dei costumi, cioè si trasformi nell’attenzione a sostituire l’usa e getta con il durevole. Circola già infatti il motto “porta la sporta”, ossia il suggerimento ad avere sempre con sé (in macchina, in borsetta, nello zainetto) una borsa di cotone o di altro materiale resistente, in modo da poter trasportare i propri acquisti senza ricorrere a sacchetti di qualsivoglia natura. Un po’ come facevano le nostre nonne, e come saggiamente hanno già cominciato a fare alcuni esercenti venzonesi, quali il panificio Petris, che a Natale ha regalato ai suoi affezionati clienti pratiche sporte di cotone.

OSPITALITA'



Segnaliamo che da alcuni mesi sono attivi nel centro storico di Venzone due Bed and Breakfast, quella forma di ospitalità che piace tanto ai giovani e ad una particolare categoria di turisti, che preferisce questa forma di ricettività familiare ai classici alberghi.
Non vogliamo fare pubblicità, ma ci rallegriamo che il nostro paese abbia l’opportunità di diversificare e potenziare le strutture alberghiere del centro storico perché sappiamo tutti, e ne andiamo anche orgogliosi, che Venzone è una tappa obbligata per i turisti che visitano la nostra regione e negli ultimi anni è andata crescendo anche la presenza di cicloturisti e di quel turismo cosiddetto lento, che cerca proprio questo forma di accoglienza.
Così, poiché si approssima la stagione in cui i turisti ricominceranno ad arrivare, informiamo la popolazione di questa nuova opportunità così poco visibile: B&B “Al Moro” e B&B “Capelli d’Angelo”, contattabili tramite La Stadere.

VIABILITA'



Non ha avuto alcun seguito la riunione di qualche mese fa sulla viabilità di Via Mistruzzi. Tutto è rimasto come prima e non se ne parla più! Il Sindaco aveva proposto di fare degli esperimenti per regolare il traffico disordinato in questa via. Che fine hanno fatto i suoi buoni propositi? Ha avuto anche degli ottimi suggerimenti sia per via Mistruzzi che per la viabilità in genere, ma evidentemente sono  “scomodi” da adottare. Per quanto tempo ancora la gente dovrà mettere fuori prima la testa e dopo i piedi uscendo dai negozi della via?  Senza offesa alle parole sacre, si potrebbe dire all’Amministrazione: “è vostro dovere e fonte di salvezza rendere sicura via Mistruzzi”.  Avremo una risposta dal Sindaco dal momento che lui stesso aveva lasciato intendere che avrebbe fatto qualcosa in ogni caso?  Confidiamo nelle sue parole perché la speranza è sempre l’ultima a morire.

NO GRAZIE



Domenica 9 gennaio su RAI 1 è andata in onda la trasmissione “Linea Verde” al cui interno era presente una parte registrata nel mese di dicembre qui a Venzone.
Non è la prima volta che il nostro paese appare su tv e giornali, ed ogni volta è una conferma della rara bellezza di Venzone, spesso percepita più altrove che qui. Pur essendo felici che i media usino la nostra piazza come scenario alle loro trasmissioni, siamo anche convinti che una “location” così importante non dovrebbe essere concessa a chiunque la richieda, anzi l’orgoglio di possedere questo prezioso gioiello dovrebbe imporci il coraggio di dire “no grazie” oppure “sì, va bene, ma a queste condizioni”.
Chi ha avuto modo di vedere il risultato della giornata di riprese ha constatato come risultasse svilita la nostra realtà: si “vendeva” al telespettatore un guazzabuglio di informazioni, molte false, alcune errate, altre di realtà diverse...
Emblematica la scena di un Assessore del Comune di Resia (!) che accompagnava gli ospiti raccontando la storia venzonese, della val Resia, del Parco delle Prealpi, il tutto in una piazza Municipio che solo grazie all’abilità di cameramen e montatori è apparsa priva delle solite automobili perennemente parcheggiate in questo spazio pubblico. Venzone è stata “usata” come fondale scenografico per una trasmissione di dubbio livello qualitativo, assai disinvoltamente condotta.
Naturalmente i nostri Amministratori hanno brillato per la loro assenza.