3 luglio 2012

EDITORIALE

















Vorremmo occuparci in queste brevi righe dei problemi specifici del nostro Comune. Ce ne sarebbero abbastanza di argomenti, ma occorre anche riflettere,sia pure con umiltà e senza retorica, su temi più alti che, comunque, riguardano la vita di tutti i giorni.Ci hanno colpito avvenimenti, vicini nel tempo e nei luoghi, che segnalano la sopravvivenza di idee e comportamenti improntati al disprezzo e all’odio per il prossimo, uguale a noi per diritti e doveri,ma diverso per storia, cultura e, magari, per il colore della pelle. Ne abbiamo fatto motivo di mozione nel ConsiglioComunale del 27 aprile scorso. Con nostra sorpresa, non è stata accolta.
Hanno prevalso due considerazioni che provo a riassumere, avanzate dai Consiglieri della maggioranza. I comportamenti negativi che si possono ricondurre, semplificando, alla “ricostituzione del partito fascista”, sanzionata dalla legge Scelba, sono di competenza delle forze dell’ordine e delle Istituzioni e non c’è ragione di occuparsene. Le opinioni, pur diverse dalle nostre e a nostro parere aberranti, sono libere in una società democratica: hanno pari dignità e diritti, quindi non è giusto impedirne l’espressione.
A prima vista il ragionamento torna, ma cerchiamo di approfondire i motivi del nostro stupito dissenso. Le leggi esprimono la volontà e l’impegno della società civile attraverso le decisioni di chi la rappresenta secondo Costituzione. Non sono immutabili, tanto è vero che vengono abrogate e sostituite. Non sono neppure efficaci se la società le trascura e non ne sollecita l’applicazione così da essere paragonabili alle “grida manzoniane” tanto truculente quanto disattese o alle ordinanze Comunali sulla regolamentazione del traffico, altrettanto inosservate (vedi sotto “E inoltre...”)! Dobbiamo ritenere dunque che i rigurgiti delle ideologie discriminatorie sono un fatto irrilevante, sommerso ormai dalla storia e rifiutato dai Venzonesi? Sarebbe certamente positivo poterlo pensare,ma ne saremo convinti quando vedremo la targa intitolata al pievano Don Faustino Lucardi ed al sagrestano Antonio Pascolo, assassinati dalle armi naziste,ricollocata al suo posto con pubblica cerimonia. Per quanto riguarda la libertà di pensiero e di espressione anche noi affermiamo che la nostra libertà comprende quella degli altri. Sono i portatori dell’ideologia qui rifiutata che affermano il contrario. Lo testimonia la storia delle condanne al confino e al carcere per gli oppositori del fascismo, delle deportazioni e degli eccidi per i “diversi” di ogni tipo. E ciò è così vero che, non potendolo confutare, questi nostalgici dei tempi peggiori cercano di negare i fatti evidenti: chiamano il confino villeggiatura, sostengono che lo sterminio è invenzione e vorrebbero sbugiardare anche quei sopravissuti che, pur provenendo dalle loro file, hanno patito deportazione e prigionia solo per fedeltà ai più elementari principi della convivenza umana. Senza considerare che le discriminazioni aprono la strada alla disgregazione sociale ed alla violenza. E’ per difendere tutti dall’ingiustizia che ci si deve proteggere da chi nega i principi della convivenza. Ritorneremo sull’argomento, anche per rispondere ad una lettera pervenutaci via email.
Loris Sormani

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