10 aprile 2014

NUOVO ORARIO, VECCHI PROBLEMI



Sono passati alcuni mesi dal nostro ultimo articolo sulla stazione ferroviaria di Venzone. I nostri lettori sanno che il trasporto pubblico (il treno in primis) è un argomento che ci sta particolarmente a cuore e sul quale torniamo sempre volentieri. Crediamo infatti che un paese moderno ed “avanzato” non possa fare a meno di un sistema di trasporto pubblico efficiente e capillare in considerazione dei vantaggi che esso offre in termini di qualità della vita (diminuzione del traffico, comodità e rapidità negli spostamenti) e di riduzione dell’inquinamento ambientale.

Sono passati alcuni mesi, dicevamo, ma inutilmente perché nulla è cambiato: la stazione di Venzone è tuttora priva di servizi igienici, sala d’attesa e biglietteria automatica e l’informazione fornita ai viaggiatori è ancora scarsa, imprecisa e poco puntuale.
Ma non solo nulla è cambiato: con l’arrivo del nuovo orario “cadenzato” la situazione per Venzone è addirittura peggiorata.
Per la Regione, artefice con Trenitalia S.p.a. della riorganizzazione degli orari, si è trattato di un passo in avanti: treni che partono e passano ad un minuto preciso e costante nell’arco della giornata (da qui il termine “cadenzato”), nuove e migliori coincidenze, potenziamento delle corse sulle linee più frequentate. Non mettiamo in dubbio le buone intenzioni e la buona fede della Regione ma chi il treno lo prende tutti i giorni non sembra essersi accorto dei tanto declamati miglioramenti. Anzi.
Nel periodo compreso tra il 16 dicembre 2013 (giorno d’avvio del nuovo orario) ed il 16 gennaio (citiamo i dati forniti dal Comitato pendolari Altro Friuli) su 472 treni programmati (dal lunedì al sabato, festivi esclusi) si sono rilevati 4 soppressioni e 52 ritardi superiori a 10 minuti. L’indice di disservizio (soppressioni più ritardi diviso il numero dei treni programmati) è stato pari al 11,86% contro una media del 4,87% fatta registrare nel corso di tutto il 2013. 
E non è tutto. Su Venzone e le altre piccole stazioni (Artegna, Tarcento e Tricesimo) si è abbattuta un’ulteriore tegola: il taglio delle fermate. Dal lunedì al venerdì le cancellazioni risultano contenute (delle corse dirette a Udine 3 su 13, di quelle provenienti da Udine solo 1 su 14) mentre il sabato e nei giorni festivi sono più numerosi i treni che tirano dritto di quelli che si fermano (7 su 11 tra quelli per Udine, 4 su 7 tra quelli in arrivo da Udine). I venzonesi (includendo sia i residenti sia coloro che a Venzone si recano per i più svariati motivi) sono costretti in questi casi a salire o a scendere a Carnia o a Gemona utilizzando l’auto per compiere il tragitto mancante o sperando in un’improbabile coincidenza con un autobus. Si tratta di una scelta giustificata forse dall’esiguo numero dei viaggiatori ma che rappresenta un indubbio disagio e un disincentivo per che intende utilizzare il treno. Con quali reali benefici, visto inoltre che il risparmio che si ottiene in termini di percorrenza si riduce a qualche minuto?
Unica nota positiva, il collegamento transfrontaliero Micotra da Udine a Villaco che  è stato confermato per tutto il 2014  e che continua a fare tappa sia a Venzone che a Carnia.
In attesa delle annunciate novità (la Regione infatti intende intervenire rivedendo in alcuni casi le proprie decisioni) e dell’arrivo dei tanto attesi nuovi treni che dovrebbero migliorare il servizio, ci limitiamo a registrare il perdurante silenzio ed immobilismo della nostra Amministrazione comunale, alla quale evidentemente il tema non interessa un granché.

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