26 maggio 2013

EDITORIALE


Quando prendono posto al tavolo del Consiglio Comunale, i consiglieri avvertono, per lo meno quelli nuovi o inesperti, un certo disagio. La scarsa abitudine a parlare in pubblico, la consapevolezza di compiere gesti ed approvare o respingere decisioni che coinvolgono tutti i cittadini frenano la naturalezza del comportamento e la facilità del parlare, in breve, fanno sentire maggiormente la responsabilità di svolgere il ruolo per il quali i rappresentanti sono stati eletti. 
Se occasionalmente c’è un uditorio numeroso, interessato ad un singolo argomento, il disagio aumenta anche se, a Venzone, tale rischio, bisogna sottolinearlo, è molto remoto perchè poche persone, quasi sempre le stesse, assistono ai Consigli Comunali. E’ più facile raccogliere rimostranze isolate, considerazioni accademiche e lamentele personali.
Proviamo ad immaginare un quadro diverso.
L’ordine del giorno viene diffuso ampiamente perché la popolazione sia informata dei temi trattati. I venzonesi partecipano numerosi e decine di sguardi, fissi sul tavolo del Consiglio, testimoniano l’attenzione dei presenti.
I consiglieri, ormai abituati ad un vasto uditorio, svolgono i loro interventi con serenità, consapevoli del sostegno e preparati anche al possibile dissenso.
Viene data preminenza alle interrogazioni ed alle mozioni che, per loro natura, esprimono nel modo più diretto le richieste degli amministrati. Il Sindaco non rinvia gli argomenti scomodi alla successiva convocazione. Per fare degli esempi, non si sottrae alla risposta sull’uso di piazza Municipio ed accetta di esprimere le difficoltà della decisione, non evita di render conto delle iniziative prese o non prese a fronte delle 400 firme raccolte per risolvere la “marginalizzazione mediatica” (difficoltà di collegamento in rete) del nostro territorio, non sorvola sulla richiesta di precisare se effettivamente sussistono disagi nella nuova scuola materna ed eventualmente quali provvedimenti intende adottare, illustra la futura destinazione dell’ex asilo, anche se ha maturato proposte che contraddicono precedenti propositi, spiegando i motivi poiché, in un contesto di trasparenza e di leale informazione, non c’è ragione di considerare negativamente un cambiamento di prospettiva o di programma.
Come si può ottenere un simile risultato? Come può diventare normale che gli amministratori sentano l’obbligo di rispondere alle legittime domande degli elettori? E insisto sul termine elettori perchè fra un anno tali saranno i venzonesi nei confronti del Comune. Come si può in sostanza avere una giunta che dialoga con i cittadini, che espone al pubblico, sotto la loggia o nei corridoi degli uffici comunali, progetti, programmi ed iniziative? Verrebbe facile la battuta oggi così diffusa “mandando a casa l’attuale squadra di amministratori”, ma non è la risposta giusta e non basta. Anche con altra maggioranza occorre che ciascun cittadino sia costantemente attento alle decisioni e partecipi responsabilmente, nel proprio interesse, alle attività dell’Amministrazione, adattando al nostro piccolo contesto l’espressione della Nuova frontiera di J.F.K. “Non domandare cosa può fare il Comune per te, ma ciò che puoi fare tu per tutti noi”.
Loris Sormani

Nessun commento:

Posta un commento