15 gennaio 2013

EDITORIALE




“Da questo affollato cortile della Filanda di Sottomonte, in cui consideriamo rappresentate tutte le famiglie Venzonesi, le filandere inviano affettuosi auguri a nipoti, pronipoti e discendenti. (Venzone 1925 - 1930, foto archivio Sormani)
Si avvicinano le feste natalizie e nell’atmosfera d’attesa che aleggia in questo periodo, non soltanto legata agli eventi ed alle celebrazioni religiose, riemergono nei nostri pensieri episodi e racconti evangelici.
Così prendiamo a prestito, sospinti dai ricordi della nostra età più acerba, argomenti che solitamente risuonano nell’eloquenza dei parroci, per occuparci, come sempre, della vita del nostro comune, questa volta vista sotto un’altra angolatura.
Ci sono in realtà passaggi dei Vangeli che risultano pertinenti e significativi anche se riferiti non a problemi di fede, ma alla vita reale, materiale, alla pratica secolare ed alla politica: “Date a Cesare quello che è di Cesare ...” per esempio, o la parabola dei talenti.
Proprio di questa vogliamo parlare. 
Si dice che una persona ha talento per significare che la sorte, o la natura, o il Buon Dio (come preferite) le ha conferito qualità da spendere nella vita, appunto come moneta. Tanto più ricca è la dotazione e tanto più ci si aspetta dal fortunato in termini di impegno personale, di iniziativa e di altruismo. Verrà poi il momento del rendiconto. Come sappiamo ci sarà chi avrà fatto fruttare i suoi talenti e chi li avrà magari sotterrati, come Pinocchio per la gioia del Gatto e della Volpe.
Allarghiamo la scena.
Al singolo individuo sostituiamo una ben determinata comunità. Al Signore che chiede ragione degli “investimenti”, sostituiamo i nostri figli, nipoti, discendenti, i posteri in generale. Come somma dei talenti poniamo la natura ed il territorio, l’eredità culturale ed il patrimonio di opere e conoscenze accumulato dalle generazioni passate.
Dunque qualcuno, in futuro, ci chiederà conto di ciò che abbiamo fatto per conservare l’ambiente sano ed ordinato migliorandone la qualità con la manutenzione delle terre ed il governo delle acque.
Ci chiederà cosa abbiamo fatto dei nostri monumenti, se li abbiamo curati o lasciati decadere e se, distrutti da eventi avversi, li abbiamo ricostruiti oppure abbandonati come inutili macerie. Ci chiederà quale uso abbiamo fatto delle opere materiali e della mente prodotte con secolare fatica, profusione d’arte e d’ingegno; se siamo consapevoli di quanto lavoro sia stato speso nei campi, lungo i sentieri di montagna e negli alpeggi, nelle sale degli antichi e nuovi opifici e se abbiamo onorato tanto impegno rinnovandolo con iniziative economiche e di progresso civile.
Ricordando che il mondo, anche quello piccolo del nostro comune, lo abbiamo avuto in prestito e dobbiamo trasmetterlo a chi ci succederà possibilmente migliore, auguriamo ai Venzonesi, agli amministratori che hanno gli strumenti per guidare la collettività, a noi stessi, di poter rispondere che abbiamo speso bene i nostri talenti.
Buon Natale e felice Anno Nuovo.

Loris Sormani

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