31 luglio 2011

ICI E IRPEF

Gli immobili del Centro Storico di Venzone, più precisamente quelli elencati nel decreto del Ministero per i Beni Culturale ed Ambientali del 30 gennaio 1981, sono assoggettati alle disposizioni della legge 1.6.1939 n°1089. Questa legge, sentita da  qualcuno come un’indebita interferenza delle vituperate “Belle Arti” nell’esercizio della proprietà, ha avuto il non piccolo merito di fornire la base giuridica e l’apporto finanziario per ricostruire la nostra cittadella così com’era e non come un anonimo quartiere di periferia.
Ancora oggi è operante e, a compenso degli obblighi richiesti ai proprietari, offre agevolazioni di tipo fiscale. E’ utile sapere che nel formulare la dichiarazione annuale, per qualsiasi immobile di abitazione o d’altro genere, si potrà riportare, come reddito del fabbricato, la rendita catastale rapportata alla consistenza (numero dei vani o mq tradotti in vani), ma riferita alla categoria e classe più vantaggiose esistenti nel territorio comunale (ad esempio A5, cl 1 invece di A2, cl 3). La corretta applicazione di questo calcolo può portare al risparmio anche di qualche centinaio di Euro specie in presenza di edifici commerciali.
Per un privato che provvede in proprio alla compilazione del modello unico è più facile incorrere in errore, ma ci sono anche operatori o CAAF, che, estranei alla realtà Venzonese e fuorviati dalla rigidità dei programmi informatici o da scarso aggiornamento, rischiano di far pagare agli assistiti somme non dovute.
Diverso è il discorso per l’ICI. Il comune di Venzone ha già applicato le agevolazioni nel calcolo dell’importo dovuto e quindi i bollettini che avete ricevuto sono corretti. 
Riguardo all’ICI, riportiamo il reclamo di alcuni proprietari che, per essere proprietari di terreni agricoli inseriti nel P.R.G. come zone artigianali, devono pagare l’imposta sulle aree fabbricabili benché manchino le opere di urbanizzazione e non siano in corso iniziative di lottizzazione. Cioè, nei pochi casi in questione, il modesto reddito dei terreni è gravato in misura che appare punitiva se si considera l’assenza di ogni prospettiva di edificazione. Le norme, secondo la spiegazione dell’ufficio tributi, danno torto ai proprietari a meno che non si provveda alla modifica della destinazione dei suoli. 
Sollecitiamo un esame della questione. Pur considerando le difficoltà che i Comuni in genere incontrano nel reperimento di mezzi finanziari, riteniamo che proseguire nell’attuale regime crei una effettiva ed ingiustificata disparità fra i cittadini. 
Peraltro nel territorio comunale, se ve ne fosse la necessità, è facile individuare diverse aree, specie lungo la Pontebbana, suscettibili di destinazione artigianale, colpevolmente trascurate o sprecate. Restituendo i terreni oltre la Ferrovia alla loro vocazione agricola otteniamo il doppio vantaggio di evitare un incongruo sviluppo edilizio, ancorché improbabile vista la congiuntura, e di assicurare maggior ordine a tutto il territorio. 

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