18 luglio 2011

ACQUA DI TUTTI




Il periodo di stesura di questo numero de Il Sfuei coincide con la lettura e le riflessioni sui risultati ottenuti ai seggi per i 4 referendum di giugno: acqua, nucleare e legittimo impedimento. Certamente ognuno ha le proprie personali idee, ma al riguardo ci sembra quasi inutile sottolineare che chi scrive per questo giornalino e chi sostiene il gruppo “Impegno Civico per Venzone” ha gioito sia per i risultati -essendo tutti temi che ci appartengono e di cui ci sentiamo portavoce-, sia per la partecipazione, davvero massiccia, della popolazione italiana. Anche a Venzone l’affluenza è stata decisamente alta (65,52%), segno che i temi sono molto sentiti nel nostro paese.
Di un tema in particolare vorremmo trattare: l’acqua. 
L’acqua come bene comune e necessario, che per questo non va sprecata. 
L’acqua che può venir considerata, e a buona ragione, bene a chilometro zero: ossia acqua friulana che viene consumata in Friuli ma è buona lo stesso e volendo può anche essere frizzante. 
L’acqua che deve, se richiesta, essere offerta a costo zero in ogni bar e ristorante perché ogni esercizio deve essere dotato di acqua potabile (sembra ridicolo solo a scriverlo, ma in Italia è successo che, alla richiesta di bere acqua di rubinetto, l’esercente abbia risposto: “Non ce l’abbiamo”).
Partiamo dall’inizio: 
- l’acqua bene comune che le fontane del nostro paese dovrebbero fornire. Impossibile non pensare alla fontana del parchetto giochi dietro il Duomo, dono di un’associazione trascurato dall’Amministrazione che alla sostituzione del rubinetto rotto ha preferito la chiusura, lasciando mamme e bambini senza la possibilità di ricorrervi per tutti gli usi che un luogo ricreativo per bimbi suggerisce (dissetarsi dopo una corsa, sciacquare una ferita, lavare mani impiastricciate da un gelato...).
- l’acqua che dovrebbe essere usata con parsimonia. Impossibile non pensare alla falla nelle tubazioni della ex latteria di via dei Platani che per mesi ha disperso grandi quantita d’acqua potabile.
- l’acqua a km zero: da settembre 2010 nel Comune di Tavagnacco è presente la “Casa dell’acqua”, un’iniziativa che coinvolge economia, risparmio ed ambiente ed è una delle primissime, con Udine, in questo senso sul territorio friulano, ma ha già ingolosito altri Comuni.
La “Casa dell’acqua” è un semplice chiosco costruito con materiali riciclabili che distribuisce acqua refrigerata, naturale e frizzante, 24 ore su 24 prelevandola direttamente dall’acquedotto. Il costo a litro dell’acqua frizzante è di 5 centesimi, mentre l’acqua naturale è completamente gratuita: tutti  i cittadini possono attingere a quest’acqua fresca e controllata nella qualità. Fresca poiché già refrigerata; controllata perché viene sottoposta a continui monitoraggi di qualità, essendoci un sistema di microfiltrazione, sterilizzazione e abbattimento dei batteri. Questo sistema accorpa due vantaggi davvero notevoli: un risparmio economico consistente per il singolo cittadino e uno legato alla prevenzione dell’inquinamento per la società intera. Il nostro paese è il terzo consumatore mondiale di acqua in bottiglia Pet; se si usassero questi distributori in modo capillare si otterrebbe una razionalizzazione nel consumo di petrolio e una minore dispersione di anidride carbonica nell’atmosfera, elementi necessari per la produzione delle bottiglie di plastica. Ma non solo: consumando l’acqua del nostro acquedotto potremmo ridurre l’inquinamento causato dai mezzi pesanti che trasportano quotidianamente l’acqua del sud al nord e quella del nord al sud, ma anche di quelli che, una volta consumata l’acqua, vengono a ritirarci le bottiglie di plastica per portarle agli impianti per il riciclo finale. L’ultimo fattore positivo dell’iniziativa è l’opportunità di aggregarsi e socializzare durante l’attesa al distributore, riportandoci improvvisamente indietro nel tempo, ai giorni in cui non si avevano i rubinetti in casa e si doveva attendere alla fontana pubblica conversando piacevolmente con i vicini.
L’investimento del comune di Tavagnacco presenta un costo di circa 20 mila euro, che non sembra molto oneroso: con la spesa di 5 centesimi a litro per l’acqua frizzante, si presume che, con un utilizzo medio di 650 litri di acqua frizzante al mese (21,6 circa al giorno), nel giro si 4-5 anni si riuscirà a coprire interamente le spese di produzione e manutenzione dell’impianto. Ma chi ha la possibilità di vedere l’afflusso di consumatori che quotidianamente si riforniscono presso il distributore (si trova a Feletto Umberto, in via Bolzano accanto alla piscina comunale) si rende conto che questo investimento potrà ottenere una copertura dei costi ancora più veloce rispetto a quanto ipotizzato. 
- Acqua a costo zero: non esiste alcuna norma che imponga a pizzerie, bar e ristoranti di servire esclusivamente acqua in bottiglia, ed è quindi del tutto lecito ordinare acqua del rubinetto, come si fa all’estero con la “tap water”. Il vantaggio è duplice: si contribuisce, anche in questo caso, ad abbattere lo spreco di plastica e l’inquinamento prodotto per il trasporto delle bottiglie, e l’acqua “del sindaco” (che qualitativamente è ottima e controllata) ci permette di risparmiare sul conto finale. Per sensibilizzare tutti noi a questa buona pratica Altraeconomia e Legambiente hanno lanciato “Imbrocchiamola”: una campagna d’informazione rivolta ai cittadini e alle amministrazioni locali per promuovere l’uso della cosiddetta “acqua del sindaco”; inoltre sul sito di questa campagna viene pubblicato un elenco dei locali che accettano di buon grado di servire l’acqua del rubinetto e di quelli che, invece, oppongono resistenza.
Questo articolo, come altri presenti nel nostro giornale, ha l’obiettivo di farci guardare intorno, per vedere se esistono delle iniziative pratiche, economiche ed eco-sostenibili che possano essere assimilate in modo positivo anche nel nostro contesto comunale. La “Casa dell’acqua” per esempio sembra rientrare in un programma a lungo termine che guarda al risparmio privato e collettivo del presente, ma che può garantire anche un benessere nel futuro. Certamente ci vuole una sensibilità per questi temi ed una capacità politica che riesca a proiettarsi nel lungo termine.

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