7 marzo 2014

TRENT'ANNI CON NOI


Nell’anno che si è appena concluso si è compiuto il trentennale dell’ingresso di Monsignor Roberto Bertossi nella Pieve di Sant’Andrea Apostolo, e per quanto consapevoli che ben altro dovrebbe essere il risalto, lo spazio e la sede per ricordare e celebrare questo anniversario, vorremmo davvero esprimere un sentito ringraziamento per il lungo servizio prestato presso le nostre comunità. Dal 1983, momento cruciale nella storia di Venzone, don Roberto ha accompagnato la vita degli uomini, delle donne e delle famiglie di Venzone, Pioverno, Portis e Carnia, condividendone momenti importanti,
nascite, unioni, sofferenze, perdite e morti. In tutto questo arco di tempo la sua discreta disponibilità, il suo magistero spirituale e culturale sono stati un punto di riferimento insostituibile per la comunità intera. 
Tale suo quotidiano impegno è emblematicamente rappresentato dalla  complessa opera di riedificazione del Duomo, progetto culturale predisposto dalla Fabbriceria, e sempre sostenuto da don Bertossi con intelligenza, tenacia e passione, sino al compimento dell’opera ed oltre. Accanto al Duomo, non meno importante per la vita della comunità, la riedificazione delle chiese delle frazioni e dei borghi. Tra queste Sant’Antonio Abate, Santa Caterina, Santa Lucia e la cappella di San Michele ricostruite grazie al lavoro di volontari venzonesi (e resiani nel caso di Santa Lucia), che hanno donato il loro tempo e la loro capacità per il bene comune. Una rete solidale di lavoro volontario che don Roberto ha saputo tessere e far crescere nel coinvolgimento sempre più ampio di cittadini, e che continua tutt’ora a sostenere, come attestato dalla recente sistemazione della chiesetta della Madonna del Carmine e dai lavori per riportare alla luce le fondamenta di San Rocco a Portis. 
Lungo l’arco di tempo di questi trent’anni incessante e di grande valore è stata la sua attività di promozione umana e culturale nell’organizzazione di convegni, mostre, pubblicazioni relativi alla storia delle nostre chiese, alla conservazione e alla fruizione del loro patrimonio archivistico e artistico. 
Per tutto questo e per il molto che rimane inespresso e radicato nell’intimità dei cuori di tanti, credenti e non credenti, siamo certi che, pur conoscendo la sua personale ritrosia alle ricorrenze ufficiali, tanti vogliano unirsi a noi nell’esprimere a don Roberto un sincero e commosso ringraziamento.

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