31 agosto 2012

PAVIMENTAZIONE


Lo spunto per approfondire l’argomento ci viene ovviamente dai recenti lavori della piazza, lato est (foto 1), che ha portato l’ennesimo tipo di pavimentazione nelle nostre strade: ad oggi la porzione di piazza ripavimentata è ancora chiusa al traffico e nessuno sa bene il perché! Non è un mistero che siamo favorevoli alla regolamentazione del traffico nel centro storico, ma in barba ad ordinanze e cartelli (foto 2), continuano a permanere dei voluminosi e vivaci spartitraffico. Il tentativo che faremo in questo articolo è di capire come in una cittadina di pregio come Venzone, raccolta com’è da una cinta murata, si sia potuto arrivare, negli anni, ad un tale florilegio di pavimentazioni.

                  
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I documenti fotografici di inizio ‘900 testimoniano presenza di acciottolato e marciapiedi lastricati. I borghi esterni, specie quelli posti su terreno roccioso, presentavano da sempre dignitose sistemazioni di pietra e di sasso mentre all’interno delle mura la pavimentazione non era molto estesa fuori dai marciapiedi.. Possiamo pensare che per secoli il brecciolino calcareo assieme al “cugulât” ed alle lastre di pietra costituisse il suolo delle strade e delle piazze. (foto 3)


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Negli anni ’50 la pavimentazione a cubetti di porfido ha unificato la sistemazione di tutti gli spazi: si trattava di un materiale proveniente da altra regione ed estraneo alle nostre tradizioni costruttive, ma il risultato appariva onesto e funzionale. 
La ricostruzione post terremoto ha invece riaperto i problemi.
In passato le città murate e circoscritte come Venzone, si avvalevano di materiali locali, acciottolato e lastre di pietra, realizzando pavimentazioni idonee a definire percorsi e ruoli del suolo pubblico, articolato in carreggiata, marciapiede, spazio di sosta, zona di rispetto dei monumenti:  la pavimentazione come motivo di raccordo e di ‘guida’ attraverso i luoghi e i monumenti (foto 4 e 5). 


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Per Venzone, il progetto iniziale prevedeva di  differenziare le varie pavimentazioni del paese, in base alla distanza dal nucleo centrale: i ciottoli nella parte più esterna adiacente alle mura, la pietra piasentina di formato rettangolare per quella intermedia e la stessa quadrata 30x30 in diagonale nel centro. Su espressa richiesta della soprintendenza, nella piazza è stato invece posato grigio carnico, per intenderci quello che ancora c’è nella parte ovest (foto 6, 7, 8).


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Come le foto dimostrano e come ognuno di noi può facilmente rilevare girando per il paese, questi tre tipi di pavimentazione, negli anni, non sempre sono stati collocati con la logica iniziale, abbandonando le indicazioni originarie del progetto: incroci di materiali diversi (foto 9,10), utilizzo in locazioni sbagliate (foto 11), inidoneità in rapporto all’impiego, vedi spessore o scarsa resistenza (foto 12).


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Inoltre, all’interno del centro storico, intere vie sono rimaste incompiute...(foto 13, 14). Così capita di guardarsi intorno  e poter contare tre o quattro tipi diversi di pavimentazione. Volendo poi andare a fare le pulci, ma neanche troppo, non si può non considerare lo sfascio in cui versano le nostre strade: pietre rotte, sconnesse, toppe di asfalto e di cemento (foto 15, 16, 17), tanto da essersi reso  necessario almeno il rifacimento di una parte della piazza.


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Oggi, conclusi i suddetti lavori, noi venzonesi siamo impazienti di conoscere la sorte di tale porzione del nostro “salotto buono” visto che, come al solito, l’amministrazione comunale non ha dato informazioni sulle future intenzioni. Forse in attesa “del consolidamento del sottofondo”  lascia che i Venzonesi si abituino alla chiusura della “semipiazza”? O forse alla chiusura di tutta la piazza? Vedremo di nuovo le macchine parcheggiate selvaggiamente? Confermeranno la presenza delle vivaci barriere, uso cantiere autostradale, che sono peraltro presenti senza un’ordinanza che le autorizzi? (foto 18) E quando si affronterà il rifacimento del lato ovest? Certo è che la nuova pavimentazione avrebbe senz’altro vita più lunga sopportando soltanto l’usura del traffico pedonale.
E’ auspicabile che, per quando leggerete queste righe, la situazione si sia risolta e che nel frattempo i nostri amministratori si siano messi d’accordo sulle sorti della piazza. Intanto si potrebbe forse verificare l’opinione dei cittadini: perchè non aiutiamo la “loro” decisione, che poi dovrebbe essere la “nostra” in un confronto pubblico? Il sospetto è che fino alle prossime elezioni non si muoverà foglia, anzi.... pietra.


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