15 maggio 2012

LA MORTE DI UNA VOCAZIONE

Alcune settimane or sono, gli organi di stampa locale, hanno raccontato di preoccupanti segnali relativi ad un potenziamento dei poligoni militari in Friuli per dotare i soldati di nuove aree di addestramento. Sembra che oltre alle truppe nostrane, anche la NATO sia intenzionata a concentrare in una sede unica (alla caserma Ederle e all’aeroporto Dal Molin di Vicenza recentemente ampliati nonostante una fortissima opposizione popolare) la 173esima Brigata di Fanteria aviotrasportata dell’Us Army, oggi in parte in Germania, comportando un aumento di truppe di oltre 4000 unità entro la fine del 2013. A queste truppe sembra sia destinato l’ampliamento di aree addestrative in Veneto e Friuli. Nel mirino risultano esserci i siti friulani del Monte Bivera (Sauris), di Cao Malnisio in Valcellina, di Monte Ciaurlec (Spilimbergo), il greto del Cellina-Meduna, il Dandolo (Maniago), Rivoli Bianchi di Venzone e Artegna. Se a questo aggiungiamo che viene ventilata la possibilità di fondere in un’unica caserma il terzo e l’ottavo reggimento degli Alpini attualmente distribuito tra le sedi di Cividale, Tolmezzo e Venzone e che, proprio a Venzone, potrebbe essere individuata la sede superstite, ci rendiamo conto che alla vocazione turistica di Venzone, (sbandierata spesso anche a sproposito) viene inferto un colpo mortale. Provate ad immaginare di avere esercitazioni militari nel nostro Comune per il doppio o il triplo del tempo attuale, di avere un continuo andirivieni di mezzi militari e di soldati armati sulle strade. Forse potremmo sviluppare, dopo il dark tourism, anche il war tourism? Il fatto che i Rivoli bianchi di Venzone siano inseriti in un SIC (Sito di interesse comunitario) sembra essere un dettaglio irrilevante.

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