15 novembre 2013

EDITORIALE


Quali ragioni hanno cancellato la Festa della Zucca Edizione 2013?
Per completare la pagina centrale del numero scorso, dedicata alle prospettive del turismo nel nostro territorio, eravamo già impegnati a pubblicare i dati sulle presenze e a dare spazio alle valutazioni di chi opera direttamente nel settore. L’incontro di cui potrete leggere in altra parte del giornale ci ha fornito l’occasione per chiedere ai rappresentanti della Pro Loco, che in qualche modo si sono fatti anche interpreti del Comitato della Zucca, una risposta ai tanti commenti ed alle legittime domande che ha suscitato la decisione di rinunciare all’evento principale dell‘annata venzonese. Legittime domande in quanto la Festa non solo ha speso il nome e la realtà fisica di Venzone, ma soprattutto perché la cittadinanza è sempre totalmente coinvolta di buon grado o suo malgrado. La Festa della Zucca è dunque di tutti i Venzonesi ed a loro si deve rendere conto sul piano “storico“ della situazione attuale e dell’eventuale futuro.
Non ha ormai alcuna utilità cercare ed attribuire colpe o responsabilità. Piuttosto pensiamo che un sereno esame delle vicende trascorse, esame al quale dovrebbero partecipare tutti gli “attori”, protagonisti e comprimari delle passate edizioni, nonché tutti i titolari di attività beneficiate dalla Festa, sia indispensabile per informare la cittadinanza e per individuare le difficoltà e gli eventuali errori di organizzazione, strategia e programmazione che hanno portato all’odierna situazione.
Da parte nostra, ci rendiamo disponibili a dare spazio a chiunque volesse esprimere idee e proposte in merito al futuro della Festa, alla sua sopravvivenza o alla promozione di nuove occasioni di richiamo.
Abbiamo memoria della felice riuscita delle prime edizioni, quando l’afflusso dei visitatori non soffocava le suggestive atmosfere opportunamente suscitate con l’illuminazione e gli arredi confacenti alle architetture, quando i prodotti ed i cibi offerti erano diretta espressione dell’attività e della fantasia dei Venzonesi, quando gli spettacoli e gli apporti esterni non rientravano nelle convenzionali rappresentazioni che incontriamo in tutte le fiere, quando in sostanza si poteva apprezzare l’originalità e l’autenticità della Festa della Zucca.
Pertanto ci permettiamo di riportare alcune osservazioni, che abbiamo raccolto fra i cittadini e che condividiamo.
La dimensione dell’evento ha raggiunto proporzioni non compatibili con l’ambiente fisico del nostro Centro Storico. Nel tempo, alle iniziative fieristiche e gastronomiche tradizionali del territorio friulano se ne sono aggiunte nuove che, per la centralità dei luoghi, la statura e le disponibilità economiche dei promotori, hanno saturato il mercato (vedi ad esempio Friuli DOC, poco più giovane della Zucca), mentre il pubblico potenziale resta invariato e i soldi da spendere sono calati.
In questa gara si sopravvive con la specializzazione e l’invenzione, con la rigorosa conduzione economica e la programmazione, con l’organizzazione controllata e la fantasia, non trascurando la necessità di creare riserve nei momenti favorevoli.
A Venzone non manca la specializzazione: abbiamo un patrimonio storico e d’arte che merita attenzione ancor prima della gastronomia. Abbiamo certamente la Zucca, ma anche Le immagini della fantasia, la musica in Duomo e nelle piazze. Abbiamo bellezze naturali e paesaggistiche ignorate e trascurate che solo qualche straniero mostra di capire ed apprezzare. Abbiamo un prossimo grande afflusso di ciclisti per il quale dobbiamo prepararci. 
Le mura e i fossati, oltre ad essere già un richiamo, permettono felicemente l’organizzazione controllata senza impedire che alcune attività possano trovare spazio nelle frazioni del Comune.
Recenti esperimenti confermano che la fantasia può suggerire ulteriori occasioni di festa senza cadere nella monocultura.
Come friulani dovremmo essere avveduti amministratori, capaci di rigore e “far musina” per gli anni di pioggia.
Resta dunque da assicurare la programmazione.
Buon lavoro a tutti i Venzonesi.
Loris Sormani

Nessun commento:

Posta un commento