Dopo aver risposto in forma diretta alla missiva di un nostro lettore a proposito dell’articolo “Ora basta!”, in cui sullo scorso numero de Il Sfuei affrontavamo il tema dei disagi causati ai cittadini venzonesi dalle servitù militari che gravano sul territorio comunale, cogliamo ora l’occasione per scendere più in dettaglio su numerose questioni poste dallo stesso lettore, che sicuramente risulteranno di interesse per molti.
Il Comune di Venzone, a quanto ci consta, da una rapida richiesta agli uffici, non ottiene alcuna entrata economica a compensazione dei disagi derivanti dalla presenza della caserma e del poligono di tiro.
Del resto l’art. 329, comma 1 del decreto legislativo n. 66 del 15/03/2010 recita testualmente: Ai comuni il cui territorio é assoggettato alle limitazioni previste dall’articolo 321 [limitazioni nell’interesse della Difesa] è dovuto un contributo annuo pari al cinquanta per cento dell’ammontare complessivo degli indennizzi spettanti ai proprietari degli immobili siti nei comuni stessi.
Evidentemente nella parte di poligono ricadente nel territorio del Comune di Venzone non esistono terreni privati, così al Comune spetta il 50% di niente, cioè appunto niente.
Il poligono dei “Rivoli bianchi” è, in Friuli Venezia Giulia, quello più vicino ad un centro abitato.
La distanza tra Borgo Rozza e le due aree di sgombero usate per il 25,5% delle giornate assegnate (una per generiche “esercitazioni a fuoco” e l’altra per “esercitazioni a fuoco con armi portatili e controcarro”) è di circa 400 m, mentre quella tra le abitazioni di Marsuris e le stesse aree è pressoché nulla (poche decine di metri).
Anche considerando l’area di sgombero più lontana, usata per il 74,5% delle giornate per armi di calibro 5,56, le distanze sono di meno di 1000 m per Borgo Rozza e 700 m per Marsuris. Le aree e i dati citati provengono dal Disciplinare d’uso dell’area addestrativa attualmente in vigore (allegati A, B e C del Disciplinare).
Si consideri poi che il Disciplinare prevede fino a 172 giornate all’anno di uso del poligono, con il termine delle esercitazioni fissato di norma alle ore 18.00, termine che tuttavia per i giorni di mercoledì e giovedì è spostato alle 23.00 e addirittura alle ore 01.00 nei periodi in cui è in vigore l’ora legale (art. 3 comma 2 del Disciplinare d’uso).
Come esempio di attività reale, dal comunicato del 13/11/2012 del Comando Militare Friuli Venezia Giulia all’albo Pretorio del Comune di Venzone (disponibile anche in internet), risulta che nel mese di gennaio le giornate di addestramento sono state 12, mentre sono 17 in febbraio. Sempre ad esempio, gli scorsi 24 e 25 gennaio l’attività è iniziata alle ore 8.00 e alle 20.00 era ancora pienamente in corso, con l’appoggio di aerei ed elicotteri, il tutto perfettamente udibile da entro le mura del centro storico.
Infine l’art. 4, comma 4, dello stesso disciplinare recita che potranno essere impiegate anche mitragliatrici calibro 12,67, mortai da 120 mm, armi controcarro tipo “Panzerfaust”, quindi non propriamente solo armi “leggere”.
E’ importante sapere inoltre che il disciplinare d’uso che regola le attività è firmato dal Comandante in capo al Comando Militare Friuli Venezia Giulia e dall’Assessore Regionale FVG alla pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza ed è comunicato successivamente alle Amministrazioni Comunali di Gemona e Venzone, che non presenziano né alla discussione, né alla stesura.
Per quanto concerne la manutenzione ordinaria della strada di accesso al poligono, essa è a carico del Comando Militare (art. 5, comma 1 Disciplinare d’uso), e restano quindi a carico dell’Amministrazione Comunale le eventuali manutenzioni straordinarie.
A fronte di tutto questo viene sollevata l’obiezione che i militari necessitano di addestramento per far fronte alle azioni laddove, come in Afghanistan, la posta in gioco sia la vita. Ebbene, quello che si chiede non è che il militare non si addestri, ma che lo faccia in aree più adatte alle sue necessità, in zone situate a maggiore distanza dai centri abitati (specie se a vocazione turistica), in modo che questi ultimi non vengano esposti all’inquinamento acustico e ai disagi delle esercitazioni a fuoco e ai sorvoli.
I rischi, inoltre, esistono anche per la popolazione civile residente in zona di esercitazioni, tutti infatti ricordano che il mattino del 6 dicembre 1990 un velivolo da addestramento Aermacchi MB-326 partito dall’aeroporto di Verona-Villafranca perse il controllo sopra l’abitato di Casalecchio di Reno. Il pilota, resosi conto che l’aereo era ingovernabile, utilizzò il dispositivo di espulsione di emergenza e l’aviogetto colpì la classe 2a A della succursale dell’Istituto Tecnico Salvemini uccidendo dodici studenti quindicenni e ferendone gravemente quattro più l’insegnante.
Altrettanto drammaticamente noto è quanto accadde il 3 febbraio 1998, quando un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler, decollato dalla base aerea di Aviano 40 minuti prima per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina precipitò da un’altezza di circa 150 metri. Il velivolo, danneggiato all’ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base.
Nella strage morirono 20 persone (i 19 passeggeri e il manovratore della cabina): tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.
Si potrebbe continuare, riflettendo sul fatto che una missione come quella in Afghanistan costa circa un milione di euro al giorno, oppure richiamando l’assai controverso acquisto di 90 caccia-bombardieri F35, tuttavia tali considerazioni ci porterebbero a confrontarci con aspetti molto più ampi, e quanto sin qui esposto dovrebbe essere sufficiente a chiarire la nostra idea di incompatibilità tra una cittadina medioevale a vocazione turistica, (preferibilmente un turismo “slow”, di basso impatto), e un poligono di tiro utilizzato secondo il Disciplinare.
La lista “Impegno Civico per Venzone”, su invito del capogruppo di maggioranza, già il 15 ottobre 2009 ha consegnato all’Amministrazione Comunale un promemoria in 10 punti in cui si indicavano le osservazioni che l’Amministrazione stessa avrebbe dovuto segnalare ai sottoscrittori del Disciplinare. Tra l’altro in detto promemoria si chiedeva di ridurre la durata del disciplinare ad un anno o comunque al tempo strettamente necessario per avviare le procedure per l’eventuale soppressione del poligono, di vietare esercitazioni congiunte con l’impiego di aerei a bassa quota e di rendere esecutivo l’art. 7 del disciplinare dove si afferma che, in caso di trasgressione alle norme o di inconvenienti nella loro applicazione, le parti si devono incontrare sollecitamente.
Si consideri inoltre che L’area dei Rivoli bianchi è una zona SIC (Sito di Interesse Comunitario) e che potrebbe essere utilizzata, nell’ottica della citata valorizzazione turistica, per itinerari pedonali tematici che dal centro storico portano alla forca di Ledis e alla val Moeda o per il magnifico collegamento ciclo-pedonale con Gemona, attraverso sella S. Agnese.
A questo proposito, nelle pieghe del disciplinare, esiste l’art. 6, che merita di essere riportato per intero:
Art.6 (Riserva per interventi da effettuare sul territorio)
1) Il Comando Militare Esercito FVG si impegna ad esaminare la possibilità di rivedere le clausole del disciplinare d’uso del poligono di Rivoli Bianchi di Venzone prima della sua scadenza, nel caso che nell’ambito interessato si attuassero degli interventi turistici o di qualsiasi altra natura e le manovre di addestramento fossero di intralcio alle iniziative in atto intese alla valorizzazione dell’ambiente.
2) Qualora l’area del poligono dovesse essere interessata a programmi di valorizzazione della zona tali da compromettere la possibilità di esecuzione delle attività a fuoco, il Comando Militare Esercito FVG si impegna ad esaminare, in sede di Comitato Misto Paritetico, le zone idonee indicate dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, nell’ambito del proprio territorio, allo svolgersi delle attività addestrative effettuate nel poligono di Rivoli Bianchi di Venzone alfine del suo trasferimento.
Quindi il trasferimento del poligono è possibile. Tuttavia non se ne parla, molti non sanno di questa possibilità. L’informazione deve girare, la Regione deve fare la sua parte, il Comitato Misto Paritetico deve funzionare e non restare sulla carta, l’Amministrazione Comunale deve farsi sentire e se invece, com’è d’uso, tace anche quando è interpellata, tocca alla popolazione dire la sua, dire: “Ora basta!”
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