Il 18 gennaio si è svolto in sala consiliare l’incontro “Cadere nella Rete. Rischi, segnali premonitori ed interventi educativi di fronte alla realtà virtuale”. L’appuntamento, organizzato dalla rete territoriale del gemonese “B*sogno d’esserci” (di cui il Comune e le scuole di Venzone fanno parte) era rivolto in primis agli insegnanti, agli educatori ed ai genitori dei bambini e dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Il relatore, dottor Daniele Fedeli, ricercatore presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Udine, ha tenuto subito a precisare che Internet non è il demonio. E’ uno straordinario mezzo di informazione, comunicazione e conoscenza, un mondo ricchissimo ed affascinante ma che nasconde non poche insidie che proprio i ragazzi sono i meno preparati a fronteggiare. A quell’età si sentono quasi onnipotenti, hanno una grande familiarità col mezzo, lo sentono proprio, si fidano e di conseguenza abbassano le difese.
I pericoli maggiori sono rappresentati dal cyberbullismo e dalle comunità devianti.
Sono ormai innumerevoli i casi (anche qui in Regione) di ragazzi che vengono offesi, insultati, minacciati, molestati da sconosciuti senza che si possa fare nulla per opporsi. L’anonimato dietro il quale il cyberbullo si nasconde non pone quasi alcun limite alla ferocia dei suoi attacchi; la facilità con cui le informazioni circolano in Rete accresce il senso di impotenza, accerchiamento e di isolamento. La disperazione cui talvolta cade la vittima può spingerlo ai gesti più estremi.
Le comunità devianti sono gruppi di persone accomunate da un interesse e che perseguono obiettivi “pericolosi”. In Rete si trovano, ad esempio, diverse comunità di ragazze che inneggiano all’anoressia e che fanno proselitismo. Queste comunità fanno leva sul bisogno dei ragazzi di essere capiti ed apprezzati. Chi entra a far parte di queste comunità subisce una sorta di lavaggio del cervello che può avere conseguenze nefaste.
Posti di fronte all’esigenza di proteggere i ragazzi dai rischi della Rete molti genitori oscillano tra due opposti atteggiamenti. C’è chi tende a vietare o a porre limiti ferrei all’uso del PC considerandolo un oggetto superfluo di cui si può fare benissimo a meno. C’è poi chi è convinto di poter controllare e intervenire all’occorrenza illudendosi di saperne di più dei propri figli.
I problemi non vanno né esagerati né sottovalutati. Internet fa parte della realtà dei ragazzi di oggi (come la televisione lo è stata per quelli di ieri) e non ha alcun senso vietarne l’uso. Ci si dovrebbe iniziare a preoccupare solo quando i ragazzi passano troppo tempo online, trascurano il resto, si isolano.
E’ consigliabile in questi casi intervenire attraverso il dialogo ed il confronto. Si possono senz’altro porre dei limiti all’uso della Rete ma è importante anche orientare e motivare i ragazzi verso altre attività, trasmettere delle regole di comportamento, invitarli alla prudenza perché in Rete tutto è pubblico e nulla privato.
In un serata dove tutto è andato per il meglio (chiaro e preparato il relatore, discreto ed attento il pubblico) dispiace dover segnalare che la sala non era sufficientemente riscaldata. L’episodio (di per sé minimo) ci dà tuttavia l’occasione per fare alcune brevi considerazioni su Venzone come luogo di cultura.
Da qualche anno la nostra bella sala consiliare viene utilizzata per incontri, conferenze, seminari, proiezioni e concerti. E’, di fatto, l’unico luogo destinato a tali usi. Sedi alternative non paiono esserci e se ci sono non vengono sfruttate. Ci si può e ci si deve accontentare? O sarebbe invece il caso di iniziare a preoccuparsene?
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