Sono certamente pochi i friulani che non conoscono la fama di Pesariis, patria di costruttori, in primis d’orologi da torre o campanile, di orologi da muro e da tavolo poi e, forse, anche di quel meraviglioso “sottoprodotto”, in tutto simile alle macchine del tempo, che muoveva gli spiedi nei nostri focolari.
Molte delle macchine, già installate nelle torri di tutta Italia, sostituite da più recenti dispositivi, sono esposte con orgoglio ed amorevole cura alla curiosità dei cittadini. Ne cito due entrambe marcate “Fratelli Solari – Pesariis”: quella che muoveva l’orologio del Monte di Pietà di Reggio Emilia figura oggi nelle vetrine dell’antica sede dell’Istituto nella Piazza dove è nato il Tricolore, l’altra, per restare vicini, si trova ben visibile nell’ingresso del Municipio di Artegna.
La secolare attività artigianale, che già nell’ottocento si era trasformata in industria, è ormai emigrata ad Udine diventando, con il marchio sopra citato, capofila mondiale dei costruttori di orologi e quadri indicatori per stazioni ferroviarie ed aeroporti.
Pesariis, tuttavia, non ha dimenticato la sua tradizione. Con inventiva ed ingegno ha celebrato la propria storia inserendo nei percorsi urbani, a completare il locale museo tematico, orologi mossi con ogni tipo di energia e muniti dei più svariati quadranti.
Il restauro dei maggiori edifici e l’accurata pavimentazione delle strade assieme all’accorta distribuzione degli orologi rendono il luogo, modesto per dimensioni ed assai decentrato rispetto alle vie di comunicazione, meta di visite competenti e non frettolose. Un esempio da imitare.
E Venzone?
Sulla torre municipale, lati Est e Nord c’è un orologio destinato a scandire il tempo per tutti i Venzonesi. Ma le sfere dorate dei due quadranti circolari di pietra scolpita, del sedicesimo secolo, suddivisi rispettivamente in ventiquattro e dodici settori, restano ostinatamente ferme nella certezza lapidea di segnare l’ora giusta almeno due volte al giorno. Tace avvilita, consapevole della propria impotenza, anche la sovrastante campana.
Non sono valse finora a sollecitare il ripristino dell’orologio in tutte le sue funzioni, né la nobile vetustà dell’opera annoverata fra le più antiche d’Europa, né la lamentata assenza del ritmato messaggio che, battendo i quarti e le ore, costantemente unifica il tempo dei cittadini e ricorda l’esistenza di una Comunità.
Pretendiamo a nome di tutti i Venzonesi un pronto intervento per rimettere in funzione il nostro orologio. Non si tratta soltanto di effettuare la necessaria opera di riparazione, ma di manifestare il dovuto rispetto per la nostra storia ed il nostro patrimonio.
Ci permettiamo un modesto suggerimento, apparentemente ovvio per chi amministra il bene comune, ma da ribadire nell’attuale clima di incuria: proponiamo che, ai piedi della torre municipale, sia collocato un cartello destinato ad illustrare le caratteristiche dell’orologio ed a spiegare le modalità di lettura dei due quadranti, adeguatamente illuminati.
Aspettiamo un segno di risposta.
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