17 luglio 2013

UOMINI LIBERI



“E nel ribadire l’importanza dei valori che accomunano le persone, della salvaguardia della dignità di ciascuno, della cultura anche tecnico-scientifica, dello studio, della tutela dell’ambiente montano alpino, alzo ancora una volta con la mano la Costituzione Italiana del 1948, come feci ad Ampezzo non molto tempo fa, dicendo “Io giuro ancora su questa” ed a quanto sancisce credo.”

Romano Marchetti

Sabato 27 aprile in una sala Bertrando piuttosto affollata malgrado la pioggia battente l’Associazione Amici di Venzone, in collaborazione con la sezione A.N.P.I. di Gemona e Venzone, ha organizzato un incontro dal titolo “La resistenza: uomini alla ricerca della libertà e di un nuovo mondo”. L’incontro, volto a celebrare l’anniversario della Liberazione, è stato interamente dedicato alla presentazione del volume, di recentissima pubblicazione, “Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona – Una vita in viaggio nel ‘900 italiano”, in cui Romano Marchetti ripercorre la propria intensa vita. E proprio lo stesso Marchetti, classe 1913, era presente, così che i partecipanti hanno potuto ascoltare dalla sua voce ancora ferma e chiara una narrazione ricchissima di aneddoti, date, nomi, volti e luoghi, affiancata dalla ricostruzione complessiva del suo percorso condotta dalla curatrice del volume, Laura Matelda Puppini. E davvero un lungo ed intenso viaggio fu quello che condusse Romano Marchetti, carnico originario di Maiaso, studente al liceo Marinelli di Udine prima e poi alla facoltà di Agraria di Firenze ove si laureò specializzandosi in agricoltura tropicale, a sviluppare un forte sentimento libertario, sorretto da un pensiero non omologato e destinato ad approdare ad una netta coscienza antifascista. La narrazione ha spaziato dalle esperienze giovanili ed infantili che hanno segnato e forgiato il suo essere, sino alla militanza come partigiano osovano, all’esperienza della repubblica partigiana di Carnia, alla Liberazione ed oltre. Onorati della sua presenza, lo abbiamo ringraziato per la preziosa testimonianza. Sorprendendoci, ci ha “restituito” il ringraziamento, affermando che siamo proprio noi, ossia tutti coloro che hanno interesse a conoscere e ad ascoltare, a consentirgli di continuare la sua “lotta di resistenza”.

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