Vorremmo occuparci in queste brevi righe dei problemi specifici del nostro Comune. Ce ne sarebbero abbastanza di argomenti, ma occorre anche riflettere,sia pure con umiltà e senza retorica, su temi più alti che, comunque, riguardano la vita di tutti i giorni.Ci hanno colpito avvenimenti, vicini nel tempo e nei luoghi, che segnalano la sopravvivenza di idee e comportamenti improntati al disprezzo e all’odio per il prossimo, uguale a noi per diritti e doveri,ma diverso per storia, cultura e, magari, per il colore della pelle. Ne abbiamo fatto motivo di mozione nel ConsiglioComunale del 27 aprile scorso. Con nostra sorpresa, non è stata accolta.
Hanno prevalso due
considerazioni che provo a riassumere, avanzate dai Consiglieri della
maggioranza. I comportamenti negativi che si possono ricondurre, semplificando,
alla “ricostituzione del partito fascista”, sanzionata dalla legge Scelba, sono
di competenza delle forze dell’ordine e delle Istituzioni e non c’è ragione di
occuparsene. Le opinioni, pur diverse dalle nostre e a nostro parere aberranti,
sono libere in una società democratica: hanno pari dignità e diritti, quindi
non è giusto impedirne l’espressione.
A prima vista il
ragionamento torna, ma cerchiamo di approfondire i motivi del nostro stupito
dissenso. Le leggi esprimono la volontà e l’impegno della società civile
attraverso le decisioni di chi la rappresenta secondo Costituzione. Non sono
immutabili, tanto è vero che vengono abrogate e sostituite. Non sono neppure
efficaci se la società le trascura e non ne sollecita l’applicazione così da essere
paragonabili alle “grida manzoniane” tanto truculente quanto disattese o alle
ordinanze Comunali sulla regolamentazione del traffico, altrettanto inosservate
(vedi sotto “E inoltre...”)! Dobbiamo ritenere dunque che i rigurgiti delle
ideologie discriminatorie sono un fatto irrilevante, sommerso ormai dalla storia
e rifiutato dai Venzonesi? Sarebbe certamente positivo poterlo pensare,ma ne
saremo convinti quando vedremo la targa intitolata al pievano Don Faustino Lucardi
ed al sagrestano Antonio Pascolo, assassinati dalle armi naziste,ricollocata al
suo posto con pubblica cerimonia. Per quanto riguarda la libertà di pensiero e
di espressione anche noi affermiamo che la nostra libertà comprende quella degli
altri. Sono i portatori dell’ideologia qui rifiutata che affermano il
contrario. Lo testimonia la storia delle condanne al confino e al carcere per
gli oppositori del fascismo, delle deportazioni e degli eccidi per i “diversi”
di ogni tipo. E ciò è così vero che, non potendolo confutare, questi nostalgici
dei tempi peggiori cercano di negare i fatti evidenti: chiamano il confino
villeggiatura, sostengono che lo sterminio è invenzione e vorrebbero sbugiardare
anche quei sopravissuti che, pur provenendo dalle loro file, hanno patito
deportazione e prigionia solo per fedeltà ai più elementari principi della convivenza
umana. Senza considerare che le discriminazioni aprono la strada alla
disgregazione sociale ed alla violenza. E’ per difendere tutti dall’ingiustizia
che ci si deve proteggere da chi nega i principi della convivenza. Ritorneremo
sull’argomento, anche per rispondere ad una lettera pervenutaci via email.
Loris Sormani
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