L’editoriale di questo numero riguarda l’esito, a dir poco
sorprendente, della votazione sulla prima delle quattro mozioni da noi
presentate al Consiglio Comunale del 27.04.1012.
Desideriamo tuttavia
soffermarci su alcuni particolari, a nostro avviso oltremodo significativi, di
come i nostri amministratori si sono condotti in merito a quanto sottoposto
loro in forma di mozione (che richiede una risposta con voto palese da parte di
tutti i consiglieri), fermo restando che l’esito delle votazioni è facilmente rintracciabile
anche nei verbali redatti in sede di consiglio, obbligatoriamente pubblicati
all’albo pretorio e consultabili sul sito del Comune. Venerdì 27 aprile 2012:
il Consiglio era al completo, eccezion fatta per l’assenza dell’assessore
Sandra Fadi. La prima mozione “sulla condanna di ogni formadi razzismo e
xenofobia e impegno da parte dell’amministrazione a non concedere spazi
pubblici ad associazioni xenofobe e di ispirazione neofascista” ha avuto
voto favorevole dai soli due consiglieri di Impegno Civico per Venzone. A parte
un’astensione, gli altri hanno votato contro, in sintesi, per le seguenti motivazioni:
è compito dell’ordine pubblico occuparsene; non si può contrastare la libertà
di pensiero; appoggiare la richiesta che il Comune debba impegnarsi per
contrastare diffusione di idee razziste sarebbe come dire che non lo sta
facendo.
Ma come, dov’è finita la semplice logica? Se si ragiona così, allora
tanto vale non proporre più nulla, poiché il farlo implicherebbe ammettere che
quanto proposto prima non c’era.
E ancora, un distinguo: Primo Levi, chimico di
formazione, uomo di scienza e rigore, prima e più ancora che ebreo vittima
della persecuzione nazi-fascista, ha scritto che non distinguere nettamente le
posizioni, attribuendo chiaramente a persone e idee le loro colpe, smorzando i
toni e confondendo i contorni “significa voler
mistificare dalle basi il nostro bisogno di giustizia”. Ecco, chiariamo bene
di che cosa si sta parlando: la richiesta era di esprimersi ed adoperarsi contro
la diffusione di idee razziste e violente,come quelle espresse, per fare un esempio
concreto, dai manifesti affissi illegalmente a Venzone in aprile, e NON censurati
dal Comune, che incitavano alla guerra contro l’India per la detenzione dei
Marò ed insultavano il PresidenteNapolitano. Il tutto a firma Casa Pound.La
seconda mozione riguardava il sostegno alla campagna per i diritti di
cittadinanza“l’Italia sono anch’io”.
L’approvazione c’è stata, in virtù delle astensioni (4i voti favorevoli, 8 gli
astenuti)! Ed è sorprendente davvero come, oltre ad altri assessori, anche
sindaco, vice-sindaco,assessore alla sanità possano non prendere posizione a
proposito di una simile richiesta democratica, quando hanno respinto la
precedente mozione anche sulla base di un suo presunto scarso rispetto della
libertà e della democrazia. La terza mozione riguardava l’impegno a proteggere
l’acqua come bene comune. Premesso che in pressoché tutti i Comuni in cui è
stata presentata è passata all’unanimità (Gemona, per fare un solo esempio),
indipendentemente dagli orientamenti politici di maggioranze e minoranze, ma proprio per il rispetto della volontà
chiaramente espressa dai cittadini nel referendum dello scorso anno, è bene
sapere che tale mozione, nel nostro Comune, è stata respinta. Ed è bene sapere
che la motivazione addotta dal Sindaco per respingerla è stata che la mozione
stessa veniva presentata dalla lista Impegno
Civico per Venzone “che altro non è -citiamo
testualmentele sue parole- se non
l’espressione del PD venzonese”, e poiché a suo tempo questa parte politica
non aveva appoggiato l’idea, ha proseguito il Sindaco, quella che lui ravvisa
come incoerenza da parte dei proponenti, gli impedisce di sottoscriverla.
E’ sbalorditivo: non si valuta
nel merito una questione vitale, ma ci si nasconde dietro motivazioni
pretestuose (ImpegnoCivico NON è il PD, più di quanto non lo sia Pascolo, che
alle scorse amministrative regionali appoggiava il candidato Illy con la lista
“Cittadini per il Presidente”). Così è andata, malgrado poco prima venisse
richiesto allo stesso Sindaco di illustrare una voce di bilancio relativa ad un
impegno di spesa per lo studio di un impianto idroelettrico, e lo stesso rispondesse
che i dettagli relativi alla futura eventuale derivazione idrica sono“riservati” per evitare la concorrenza
dei privati. Altra questione, questa, su cui sarà bene informarsi e
documentarsi.
La quarta mozione riguardava il sostegno alla richiesta, avanzata
da tutto il mondo culturale e politico italiano e regionale, di estendere al
poeta friulano Pierluigi Cappello, di riconosciuto talento ma disabile ed in
gravi difficoltà economiche, i benefici della legge Bacchelli (cioè un sussidio).
La mozione è passata con 7 voti favorevoli e 5 astenuti.
Astenuti? Già, anche
in questo caso non sono mancate le sorprese, come l’astensione dell’assessore
alla sanità, Fabio Di Bernardo, che nel medesimo consiglio aveva presentato la
proposta di adesione alla “Convenzione
Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità” (naturalmente approvata
da tutti), l’astensione del Sindaco stesso (ma come? Tutti i vertici regionali,
da Tondo in giù hanno sottoscritto la proposta), e l’astensione del
vice-sindaco che con un intervento surreale, al termine della lettura di una poesia
di Cappello ha dichiarato di avere da porre una “curiosità megagalattica”(sic): “Quel
libro ha un prezzo?”.
Che dire? Forse il dottor Di Bernardo non sa che i
libri si vendono? Forse non sa che, dopo Pasolini, Cappello è il secondo friulano
ad essersi aggiudicato il premio Viareggio per la poesia?
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