30 aprile 2011

EDITORIALE





























Nelle ultime settimane gli avvenimenti catastrofici del Giappone e le tragedie del Nordafrica si sono sovrapposti alle celebrazioni ed alle ricorrenze di casa nostra.
Questi accadimenti hanno richiamato alla mente drammi che anche la no-stra gente ha attraversato in tempi più o meno recenti e che sono indicati dalle ricorrenze del 3 maggio 1945 e del 6 maggio 1976.
Mentre le tracce del terremoto e della ricostruzione sono visibili nella realtà fisica di tutto il comune (ce ne occupe-remo in altro momento) il 3 maggio 1945 appare lontano e di incerto significato anche se, più del 25 aprile data ufficiale della liberazione, ricorda ai Venzonesi anziani la conclusione di una guerra il cui costo di vite umane, per non parlare dei danni materiali, si legge nella lista dei nomi che compongono la lapide murata nel recinto del Pio Istituto. Guerra che ha voluto due vittime inermi anche l’ultimo giorno. 
Lo diciamo per coloro che nulla sanno di Don Faustino Lucardi, Pievano di Venzone e di Antonio Pascolo, sagrestano, uccisi il 3 maggio dai tedeschi in fuga, in circostanze solo parzialmente note e per ragioni non ancora ben conosciute. Lo diciamo anche perché sono in corso ricerche, confortate da testimonianze attendibili, il cui esito è atteso con vivo interesse e gratitudine nei confronti di chi assolve l’impegno civile di ricordare ed informare.
Queste considerazioni ci inducono a ritornare su un tema generale che abbiamo già sollevato e che riproponiamo: il dovere di far conoscere avvenimenti e persone che rappresentano la nostra storia. Non tanto per esercitare la memoria, ma soprattutto, in tempi di appiattimento e di “globalità”, per sottolineare il patrimonio che conferisce ad un insieme di abitanti il carattere di comunità consapevole dei propri valori.
Con queste ragioni abbiamo sollecitato l’attenzione dei nostri lettori e ora, con due esplicite richieste, l’impegno dell’Amministrazione Comunale perché la memoria delle persone che hanno dato luce a Venzone e i fatti che riguardano la nostra comunità siano oggetto di tangibili iniziative.
In concreto chiediamo ai Venzonesi di esprimere il consenso e donare le risorse per apporre sulla casa natale di Don Antonio Bellina una targa commemorativa.
A chi ne ha la competenza chiediamo che la targa a ricordo dei fatti del 3 maggio 1945, già inserita nella faccia esterna della recinzione del sagrato del Duomo, sia ricollocata nella sede originale. Se questa non dovesse corrispondere al luogo dell’uccisione di Don Lucardi, che venga posizionata ove le testimonianze daranno attendibile indicazione. E che insieme sia ricordato Antonio Pascolo. All’Amministrazione Comunale chiediamo di accogliere negli spazi disponibili di Palazzo Orgnani Martina, sia la testimonianza dell’opera artistica dei fratelli Pascolo, scultori ed incisori sia i ricordi personali, costituiti da scritti, pubblicazioni ed oggetti di Don Antonio Bellina, che gli eredi, per amore della propria terra, intendono donare ai Venzonesi.

Loris Sormani

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