11 maggio 2013

IL "CONSIGLIO" DEI RAGAZZI



Dal Messaggero Veneto del 25 febbraio  abbiamo appreso che anche a Venzone avrà luogo un Consiglio Comunale dei ragazzi. Si tratta di una lodevole iniziativa, che molti Comuni mettono in pratica annualmente, da anni. Avvicinare i giovani alla partecipazione attiva è senz’altro doveroso, soprattutto in tempi di disaffezione alla gestione della cosa pubblica, tuttavia, anche in questo caso, è indispensabile agire responsabilmente. Ebbene, per quanto incredibile possa suonare, il contributo della Regione per questa iniziativa al Comune di Venzone è di 2.700 €. Ora noi ci chiediamo come sia possibile spendere una tale cifra per attuare un Consiglio Comunale dei ragazzi. Davvero, anche volendo, non si riesce ad immaginare. Cosa c’è da comprare? Una fascia tricolore per il giovane sindaco per un giorno? Bisogna forse allestire un rinfresco per i giovani amministratori? Sicuramente qualcosa ci sfugge, ma nella nostra ingenuità di non-amministratori troviamo sbalorditivo che, non solo in una congiuntura economica come quella attuale, ma sempre, come regola, attività di questo tipo non vengano attuate in modo non oneroso, come facenti parte a buon diritto della pratica ordinaria: gli amministratori incontrano i ragazzi, eventualmente gli insegnanti, in una dinamica che rientra nei loro compiti, senza bisogno di accedere a finanziamenti, e soprattutto senza spendere, ma mettendo a frutto il tempo e l’impegno per cui sono stati eletti e per cui vengono retribuiti. 
Siamo dunque sconcertati, in primo luogo dalla Regione che letteralmente disperde denaro pubblico per attività che dovrebbe sollecitare a costo zero (quanti saranno i Comuni finanziati? Quale l’importo complessivo dell’operazione?); in secondo luogo dalla leggerezza dei nostri assessori che non si pongono il problema e, lungi dall’avere attuato in autonomia tale iniziativa,  prendendo spunto con umiltà da tante amministrazioni vicine, si limitano a richiedere il contributo “visto che c’era questa possibilità” come ha dichiarato l’assessore Di Bernardo al giornale, anziché richiamare la Regione ad un maggior senso di responsabilità.
Una volta si diceva che l’amministratore doveva agire con la parsimonia del buon padre di famiglia: ecco noi ci proponiamo semplicemente di conservare il buon senso.

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