Nello stesso giorno è comparso sul Gazzettino un articolo, quasi inconscia risposta all’appello di cui sopra, che giustifica e alimenta le perplessità da più parti espresse sulle ultime scelte dell’attuale Amministrazione in materia di ricostruzione.
Vi si leggono titoli, affermazioni e slogan che, rivelano una volta di più, l’inadeguatezza culturale delle decisioni.
L’affermazione che si procederà a completare il camminamento sul Barbacane di sud-ovest con l’inserimento di luci e panchine “per potersi sedere ad ammirare la cittadina” farebbe sorridere i Venzonesi, che da quel balcone, volgendo le spalle alle mura, possono solo godersi l’affascinante traffico della Pontebbana, se non rivelasse l’errato modo di concepire la fruizione di un bene, “comune” ancor prima che “culturale”.
Ci sembra di poter sostenere a ragione che un Centro Storico, una “cittadella”, non si guarda da una tribuna. Venzone si vive percorrendone a piedi le strade, sostando negli spazi aperti e liberi delle piazze, visitandone i monumenti e le opere d’arte, apprendendo la sua storia civile ed urbana e rispettandone la natura di città medioevale.
Perciò contestiamo agli amministratori il progetto di operare senza una visione strategica dei lavori, inserendo in una limitata porzione del Barbacane elementi incongrui come luci, pavimentazione e sedili. Ci domandiamo con quale coerenza si proceda ad aggiungere opere prive di qualsiasi giustificazione storica e funzionale mentre porzioni dei fossati sono ancora ingombre di materiale da recuperare o da portare a discarica malgrado ripetute segnalazioni e sollecitazioni, mentre il percorso intorno alle mura è in parte abbandonato e pericolosamente invaso dalla Statale 13.
Non è forse meglio approntare con le somme a disposizione credibili progetti, valido presupposto per ottenere ulteriori finanziamenti, piuttosto che impiegare malamente, in modo esemplarmente negativo, i soldi pubblici? E’ giusto anteporre il “fare comunque” al “pensare prima”?
Nessun commento:
Posta un commento