7 marzo 2014

FATTI PIU' IN LA'



“Piano per spostare la Pontebbana a Venzone” così titolava il Messaggero Veneto del 27 dicembre scorso presentando un articolo ed un suggestivo disegno a volo d’uccello, non un progetto, che hanno stupefatto  i Venzonesi. 
Si sa che l’approssimarsi delle elezioni comunali induce gli amministratori in scadenza a moltiplicare le iniziative rovistando nell’archivio delle proposte e degli argomenti regolarmente trascurati durante il mandato. Ma qui si è andati oltre.
Con spericolata sicurezza vengono coinvolti i competenti ministri, passati e presente nonché la Soprintendenza in un proclama che contiene troppe cose insieme per essere serio e credibile. 
La messa in sicurezza dell’uscita dalle mura, il ripristino dei fossati, il passaggio della ciclabile, l’accesso alla stazione ferroviaria, i parcheggi per auto e corriere, la via pedonale per Pioverno sono problemi reali, più volte sollevati, che meriterebbero un approfondito esame e soluzioni rispettose del buonsenso, della storia e della realtà urbana del Centro Storico. Mai sono stati presi in considerazione nell’ultimo quinquennio. Anzi gli amministratori, a rendere manifesto il carattere strumentale dell’odierna fiammata di interesse per il Monumento Nazionale, hanno consentito di usare il fossato Nord-ovest come discarica, non hanno recuperato materiale lapideo proveniente dalle mura  a sud e permettono alla vegetazione spontanea di disgregare molte parti dei manufatti della cinta difensiva. 
Affrontare con presuntuosa approssimazione gli argomenti può essere utile per ottenere il consenso degli sprovveduti, ma rischia di produrre l’effetto contrario proprio nelle sedi più qualificate e responsabili del Governo Nazionale e Regionale e presso la Soprintendenza. Tanto per citare un elemento che giustifica questa precisazione è bene ricordare, per chi non lo sapesse, che la porta detta impropriamente di San Giovanni, è un passaggio aperto sotto le mura negli anni 1920-25 per dare agevole accesso alla costruenda passerella per Pioverno (1926); aggiungere un ponte levatoio costituisce una trovata piuttosto offensiva per la verità storica ed il buon gusto. Non dimentichiamo poi che a Venzone si entrava principalmente da Nord e Sud per cui si dovrebbero favorire i percorsi storici tenendo ad opportuna distanza i parcheggi e le infrastrutture. 
E’ evidente che occorre un progetto globale  attento a tutti i problemi  e a tutti i vincoli che impone l’unicità della nostra cittadella. Evitiamo i proclami per favore. 

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