1 ottobre 2013

QUALE VENZONE VOGLIAMO?



Lo sosteniamo – e scriviamo – da sempre: Venzone ha la fortuna di avere un’enorme potenzialità intrinseca legata al turismo, potenzialità che, se sviluppata, può diventare fonte di ricchezza, sia culturale che economica (che in questi anni di crisi generale costituirebbe una buona risorsa).
Per questo in questi ultimi anni abbiamo affrontato diverse volte su Il Sfuei argomenti quali il miglioramento ed il coordinamento delle attività culturali nel nostro paese, suggerendo l’inserimento delle stesse in circuiti di eventi regionali; lo sviluppo di piste ciclabili e la rivalutazione di percorsi naturalistici del nostro territorio; abbiamo suggerito una regolamentazione del traffico all’interno del paese e cercato di stimolare una mentalità capace di vedere le potenzialità turistiche che nascono dal far parte di un Parco. Infine abbiamo più volte fatto il confronto con altre piccole realtà simili alla nostra, mostrando come di turismo si può vivere.
Venzone è citata su guide turistiche e riviste nazionali proprio per la sua bellezza, tuttavia per una pubblicità proficua conta molto di più la sensazione che il turista avverte passeggiando tra le nostre vie. Infatti, se si trova bene, il passaparola con amici, parenti, tramite i blog o i siti turistici presenti in internet, si espande esponenzialmente. Fenomeno che si verifica, purtroppo, anche per le esperienze negative.
Per questo è sconcertante constatare come i nostri Amministratori siano stati sordi ai nostri suggerimenti (biecamente interpretati da alcuni come critiche pretestuose anziché buoni propositi per un paese migliore) e ciechi verso le potenzialità naturalistiche e storiche del nostro territorio, dimostrando di possedere unicamente una visione a breve termine del nostro paese senza riuscire ad immaginarlo tra una ventina d’anni.
La Venzone che stiamo guardando, anno dopo anno, si allontana sempre più da quella che immaginiamo nel medio – lungo termine: la politica immobile e stagnante di queste ultime amministrazioni non solo non qualifica la nostra cittadella ma ne limita desolatamente lo sviluppo nell’immediato futuro.
Dal confronto con altre realtà, che pur non avendo bellezze storico-artistiche da offrire si prodigano in idee ed iniziative per far arrivare da loro i turisti, notiamo ancora di più la retrocessione di un paese che dovrebbe essere a pieno titolo tra le mete turistiche della nostra regione. Altre località hanno capito che in questi anni turismo significa entrate per gli esercenti: chi è in ferie si concede un caffè al bar, compera il giornale al mattino, fa la spesa per un pranzo al sacco, difficilmente si nega una cena nel ristorante locale, dorme nelle strutture locali, oltre ad acquistare souvenir come ricordo.
Un esempio di quello che invece accade a Venzone? 
Chiunque può vedere quanti ciclisti attraversano il nostro paese e chiunque può constatare come negli ultimi anni il numero si è almeno decuplicato.
Chiunque deve anche ammettere che questa Amministrazione non ha fatto niente per invitare i turisti a fermarsi: tutt’ora l’intera Venzone è sprovvista di rastrelliere per biciclette; le auto in sosta nel centro storico sono addirittura aumentate dopo la chiusura al traffico di mezza piazza; l’ufficio informazioni è chiuso nei giorni feriali e non resta che osservare turisti attoniti che percorrono il paese in cerca di qualcuno a cui rivolgersi. Le autocorriere di turisti con biciclette al seguito, che avrebbero potuto - e dovuto - fermarsi a Venzone e dormire nei nostri alberghi, proseguono verso Gemona; per non parlare poi della mancanza di quella che oggi è la “guida turistica” per eccellenza, ossia di un sito internet adeguato.
Tutto questo accade in un “Monumento Nazionale”, che dovrebbe essere orgoglioso della sua bellezza architettonica, unica, se non in Italia, certamente in Friuli.
Recuperare terreno a breve termine non sarà facile, e non è certo partecipando alla fiera Bit (Borsa internazionale del turismo) che si qualifica Venzone come una meta visitabile e piacevole: se i turisti che arrivano non trovano una cittadina adeguata alle aspettative, riportano le loro considerazioni ad altri, allargando a catena le impressioni negative.
Per noi venzonesi il treno del turismo sta passando ora: se non siamo pronti a prenderlo è a causa dell’inadeguatezza politica di chi ci amministra e di una mentalità che spesso vede nel turista che non parla italiano solo una difficoltà aggiuntiva, anziché una prospettiva di sviluppo. Troppo spesso le nostre terre piangono quando il latte è già stato versato e le scelte politiche ricadono sull’economia locale; forse è ora che noi cittadini prendiamo in mano le redini del nostro futuro, scegliendo amministratori capaci, stimolandoli verso decisioni moderne e proiettate nel domani.
La società si sta evolvendo e Venzone non può permettersi di rimanere ferma, chiusa dentro le sue mura medievali, nell’attesa che qualche cavaliere passi per trainarla verso il futuro. 
Il lieto fine è garantito solo nelle fiabe.

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