Correva l’anno 1879 ed italiani ed austriaci festeggiavano l’apertura della linea ferroviaria Pontebbana che collegava Udine e Tarvisio e che a Pontebba, per l’appunto, attraversava il confine. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ma la Pontebbana è ancora qui tra di noi. Nel corso degli anni alcune stazioni sono state chiuse o ridimensionate, nuovi treni hanno sostituito quelli che il tempo ha usurato o reso obsoleti, è arrivato il doppio binario e nel 2000 la vecchia tratta tra Carnia e Tarvisio è stata abbandonata e sostituita con una nuova linea più diretta, veloce e che si snoda in gran parte in galleria.
Per i venzonesi avere in casa non una ma ben due stazioni è una grande fortuna e chi, per lavoro, studio o necessità personali, è costretto ad utilizzare la propria autovettura o l’autobus ci invidia. Nonostante i cospicui tagli agli impianti ed al personale il numero delle corse giornaliere è tale da rappresentare una valida e concreta alternativa al trasporto su strada: più comodo, veloce (in circa mezz’ora si è a Udine) e rilassante (niente code, nessun problema di parcheggio). Purtroppo non mancano i problemi: soppressioni e ritardi, strutture e servizi chiusi o non funzionanti, inadempienze, fasce orarie sguarnite (la tarda mattinata e la sera, ad esempio).
Nel 2009, con l’obiettivo di dare voce alle richieste ed alle esigenze dei viaggiatori, è nato il Comitato pendolari Alto Friuli. Da allora è costantemente impegnato a ricercare soluzioni per migliorare il servizio lungo la tratta Udine - Tarvisio. Si è, ad esempio, battuto con successo per la riapertura della biglietteria di Gemona ed è un sicuro punto di riferimento per chiunque abbia qualcosa da segnalare o da proporre.
Nei primi mesi di quest’anno ha condotto un’indagine volta a conoscere le condizioni in cui versano le stazioni della linea Pontebbana. Non pessimo il giudizio per quella di Carnia (ove nel frattempo sono però stati chiusi i bagni); gravemente insufficiente quello per Venzone: la peggiore di tutte.
Da diversi anni la stazione è di fatto chiusa. In assenza di una sala d’aspetto i viaggiatori sono costretti ad attendere il treno in automobile o nel sottopassaggio dove trovano riparo dalla pioggia ma non dal vento e dal freddo. Non c’è la biglietteria e neppure un distributore automatico come in altre “piccole” stazioni della linea. I biglietti si acquistano in paese, presso una cartolibreria, o sul treno (per fortuna senza sovrapprezzo). In una bacheca sono affissi gli orari ed altri avvisi. Le informazioni fornite da due monitor e gli annunci lasciano a volte a desiderare come quando sottostimano i ritardi e non danno alcuna indicazione, in caso di cancellazione dei treni, se vi sia o meno una corsa sostitutiva, da dove parta e a che ora. Il piazzale est (utilizzato dalla maggioranza degli utenti) non è asfaltato e quando piove si riempie di pozzanghere. Risulta inoltre privo di indicazioni cosicché chi scende a Venzone per la prima volta non sa dove andare. Non parliamo poi dei servizi igienici che paiono essere divenuti un privilegio d’altri tempi.
Di tale situazione fanno le spese non solo i residenti ma anche i militari della caserma Feruglio ed i turisti, che grazie al nuovo servizio ferroviario MiCoTra, che quotidianamente collega Udine e Villaco, iniziano ad arrivare numerosi (con tanto di bicicletta al seguito).
Il Comitato, con una lettera del 29 marzo 2012 indirizzata al Sindaco (di cui abbiamo riferito anche ne Il Sfuei di febbraio), ha denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la stazione di Venzone. Nella lettera il Comitato invitava l’Amministrazione Comunale a farsi carico della questione, sensibilizzando nelle sedi opportune la proprietà (RFI) e le istituzioni regionali affinché si possa fornire agli utenti un servizio decoroso e trovare una soluzione perlomeno al problema della sala d’attesa. Come ha fatto ad esempio il Comune di Malborghetto-Valbruna, che garantisce l’apertura quotidiana e la pulizia della sala d’aspetto e dei servizi igienici grazie ad uno specifico accordo stipulato con la proprietà. Spiace rilevare che a tutt’oggi al Comitato Pendolari non sia giunta alcuna risposta, né ci risulta che l’Amministrazione si sia mossa in alcun modo. Ci auguriamo che si sia trattato solo di disattenzione, di una dimenticanza cui poter presto porre rimedio. Ed invitiamo anzi l’Amministrazione ad interessarsi attivamente alla notizia secondo la quale (Messaggero del 9 ottobre) i 500 mila euro che ver- ranno versati da Trenitalia alla Regione FVG come penali per i disservizi nel trasporto ferroviario, saranno utilizzati per aumentare il comfort delle stazioni, ossia per migliorare servizi igienici, biglietterie, oltre che per l’installazione di nuovi punti informativi, in modo da far rientrare le nostre stazioni di Carnia e Venzone tra quelle cui verranno apportate migliorie. Chi non è più un ragazzino ricorda ancora le “vecchie” stazioni della Pontebbana con la biglietteria aperta tutto il giorno, i servizi igienici, i tecnici, le squadre degli operai ed in alcuni casi (come a Carnia) il buffet con l’edicola. Ora non si pretende tanto, si chiede solamente una sala d’aspetto e poco altro. Vi sembra un’esagerazione?
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