La Regione Friuli Venezia Giulia ha presentato alcuni mesi or sono (novembre 2009) nella Conferenza dei Sindaci le linee guida del disegno di legge di riforma delle Comunità Montane che porta il titolo “Riordino e semplificazione dell’ordinamento locale in territorio montano. Istituzione delle Unioni dei Comuni Montani“.
La proposta di legge contiene norme di semplificazione, di razionalizzazione, di omogeneità territoriale, efficienza e coordinamento delle attività delle Amministrazioni Locali del territorio montano, in sostituzione delle Comunità Montane.
Quindi non più Comunità Montane ma Unioni di Comuni. Cambiamento solo di nome o anche di fatto? Riordino, semplificazione ed efficienza, termini contenuti nel ddl che denotano la volontà della Regione di dare soluzione istituzionale, di far seguito sia all’esperienza, ormai esaurita, delle Comunità Montane, sia all’esigenza di sopperire all’inadeguatezza dei piccoli comuni. Come dire che le “Unioni di Comuni” sostituiranno i vecchi enti e prenderanno in carico funzioni dei comuni stessi che, per le loro piccole dimensioni, non riescono a far fronte ai gravosi problemi per amministrare il loro territorio. Saranno basate sul modello delle vecchie unioni di servizi che già esistono in vari comuni, con la differenza che l’aggregazione degli Enti non è facoltativa ma obbligatoria.
A distanza di alcuni mesi, sono numerose le problematiche sollevate dai Sindaci interessati e molteplici sono le proposte di modifica al ddl.
I primi cittadini, nei vari incontri tenutesi a novembre 2009 presso la Regione a Udine, presso la Comunità Montana a Pontebba, nel mese di giugno 2010 in Municipio a Resiutta e Gemona del Friuli e ancora nel mese di luglio a Udine (sempre assente l’Amministrazione di Venzone), hanno evidenziato le quest- ioni più importanti tra le quali:
- Salvaguardia dell’autonomia di ogni singolo Comune;
- Necessità di arrivare ad una riforma complessiva delle autonomie locali ed in ogni caso di definire il concetto di montanità;
- Trasferimento graduale del personale ora in carico alle C.M.;
- Necessità che il nuovo Ente abbia omogeneità territoriale e ruolo di progettazione e pianificazione, con l’obiettivo di tutelare la municipalità ma contemporaneamente migliorare i servizi sul territorio;
- Garanzia di risorse per il suo funzio-namento, razionalizzando i costi dei Comuni associati;
- Protezione dell’ambiente montano e coordinamento delle attività inerenti al governo del territorio per lo sviluppo sostenibile.
La maggioranza dei Sindaci del Canal del Ferro - Val Canale e Gemonese ha ritenuto consono alle esigenze del territorio l’ambito montano proposto per l’Unione dei nostri Comuni (non cono-sciamo gli intendimenti a riguardo della nostra Amministrazione Comunale).
Un compito quindi, quello dei nostri Sindaci, molto importante per programmare, insieme alla Regione, un modello di autogoverno basato sul confronto e su proposte che vengano dalla base per creare non un nuovo carrozzone, ma un ente efficiente ed efficace che svolga le funzioni di servizi, programmazione, pianificazione e sviluppo a supporto dei comuni associati.
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